Pressoché nulla é ciò che l’individuo decide in relazione alle proprie circostanze e agli esiti prodotti.
La premessa-flash eccepisce ogni idea che volesse spacciare la volontà come elemento definitivo, sulla falsariga dell’alfieriano “volli fortissimamente volli”.
La premessa, per contro, affida ad una ragione misterica ogni umana circostanza & ogni conseguente eventuale diversione di rotta.
D’altro canto, l’eco di una patente impotenza fa rimbombare nella testa dell’ individuo la fugacità di sé e del tempo personale, ivi com-presa ogni aspettativa inesaudita e disillusa in tale incontrollabile flusso.
Si arriva così al punto (delirante) di voler correggere, innovare, quantomeno, le dinamiche con cui l’uomo ha da sempre cadenzato la propria vita: così, depreca la pioggia in nome dell’abbronzatura o accelera il ritmo quotidiano in nome di feticci consumistici o, ancora, si affligge per i ritardi di un cronoprogramma da lui stesso confezionato.
La pianificazione perentoria dei traguardi e il termine entro-cui doverli realizzare si configurano oltremodo pressanti, laddove insaziati appetiti e pretese di performance spadroneggiano indifferenti alla qualità effettiva dell’esistenza.
Similmente al subdolo “non pensare all’elefante” di G. Lakoff, che immediatamente ne riproduce l’immagine mentale, sovviene l’essenzialità dei molteplici impegni giornalieri.
Poiché “non t’accorgi del tempo quando sei intero, quando ogni parola definisce l’immagine concreta della tua vita”, citando C. Michelstaedter, ne deriva scompaginamento solo all’idea di pre-ordinare un momento giusto & perentorio, entro e non oltre cui accanirsi in nome di inessenziali bisogni.
Nell’ idolatria corrente alimentata dal furore individualista può forse l’uomo trarre utile da tale condizione, senza prima contemplare e comprendere che l’inadeguatezza degli esiti dipende dall’inadeguatezza dei presupposti?
Con l’ambizioso miraggio di soddisfazioni elementari, merita un riferimento il “poco mi serve” del poeta russo V. Chlebnikov, “una casa, una donna e un bue è tutto ciò di cui abbisogna l’uomo” di Esiodo e “per vivere una vita serena necessita di buona salute e di una mente senza ossessioni” di Lucrezio.
In sintesi, ogni momento è da considerare giusto e compiuto in sè, onde evitare di smottare nel pensiero tracotante e ingannevole che sospinge l’uomo a pensarsi centrale, mentre resta periferico a se stesso. Massimiliano Barbin Bertorelli