Sale la tensione oltre l’Adriatico
Kosovo – Serbia. Sta salendo ancora una volta la tensione anche in un’altra parte del mondo oltre che tra la Cina, Taiwan e USA e questa volta proprio vicino a noi.
Parliamo del Kosovo e della zona di confine con la Serbia nell’ex Jugoslavia.
Attualmente la situazione in Kosovo e Metohija sempre essersi calmata, ma resterebbe ancora tesa e fragile.
Il Kosovo e la decisione sui documenti
Ma facciamo un passo indietro. L’autoproclamata repubblica del Kosovo che si trova al confine tra l’Albania e la Serbia, a partire da oggi, voleva far partire una legge che prevedeva l’obbligo di targhe e documenti kosovari per la minoranza dei residenti serbi della provincia di Kosovo e Metohija. In pratica il governo kosovaro non avrebbe più riconosciuto i documenti serbi da oggi 1 agosto 2022.
Così per poter continuare a vivere nel Kosovo, l’enclave serba avrebbe dovuto sostituire i proprio documenti serbi, tra cui i passaporti e documenti delle auto, con quelli kosovari, pena l’espulsione o peggio.
Chi vive nel Kosovo
Nell’enclave del Kosovo convivono albanesi (oltre e il 90%), i bosgnacchi – bosniaci musulmani (1,5%), i serbi (1,5%) e poi turchi, rom e gorani, sotto la supervisione della forza militare internazionale KFOR (Kosovo Force).
Ieri, nel pomeriggio la strada principale Pristina – Raska è stata bloccata, mentre la popolazione serba aveva eretto delle barricate per rallentare il possibile avanzamento delle forze kosovare-albanesi.
In serata c’era stata, tra l’altro, una forte movimentazione della polizia albanese che si era spostata anche con mezzi corazzati in direzione del confine.
Proprio ieri sera si era vissuto il massimo della tensione. Il presidente della Serbia Aleksandar Vucic, parlando alla nazione, aveva affermato che la parte albanese del Kosovo avrebbe lanciato un’operazione contro i serbi a mezzanotte. E che il paese era pronto alla difesa dei concittadini.
Infatti nella tarda serata di ieri, a Kosovska Mitrovica, nel Kosovo settentrionale, era giunti mezzi corazzati e forze speciali del Kosovo.
Progressivamente, anche probabilmente tramite la pressione degli Usa sull’Albania e della Russia (alleata della Serbia), la situazione si era un po’ calmata fino ad arrivare alle dichiarazioni del premier kosovaro Albin Kurti che ha deciso di rinviare di un mese, al 1° settembre, l’ “obbligo di targhe e documenti kosovari per i residenti serbi della provincia di Kosovo e Metohija” a condizione della “rimozione delle barricate e che il transito stradale sia regolare”.
Dalle ultime notizie di RT e Sputnik Serbia sembra che, questo pomeriggio, soldati americani e polizia del Kosovo siano comparsi al confine di Yarinje. Tra Kosovo e Serbia.
Nel frattempo, nel nord del Kosovo, sarebbe iniziato lo smantellamento delle barricate che i residenti locali avevano eretto il giorno prima. L.B.