Un viaggio dentro e fuori di noi
Lui si chiama Federico Angi, classe 1995 e di professione fa il regista. Dalle sue parole traspare un carattere deciso e risoluto, ma anche una grande umiltà rispetto al suo percorso professionale che, a breve culminerà nell’uscita del suo film dal titolo “ITA, i tipici anormali”, sua opera prima.
L’Autore ci ha rilasciato in esclusiva un’intervista, narrata a due voci con la protagonista Cristina Castigliola.
“Avevo circa cinque anni quando sono salito per la prima volta su di un palcoscenico e da lì ho deciso che avrei voluto fare il regista”, spiega Angi, “essendo da sempre appassionato di arte ed espressività in generale”.
Dalla scelta emotiva fatta in tenera età, il giovane approfondisce gli studi nel settore cinematografico, fino ad arrivare alla laurea presso la IULM, notissima università milanese.
L’idea del film nasce invece da un viaggio a Genova, a quel famoso acquario che affascina grandi e piccini, che per Federico diventa fonte di ispirazione per una storia da raccontare per immagini.
Ecco allora un viaggio, una famiglia, persone e personaggi che si muovono tra reale ed onirico, in un caleidoscopio di situazioni dove normalità ed anormalità si incrociano come le traiettorie veloci di un branco di pesci.
“Il mio è un film molto ispirato alla cultura della Disney, alla quale regalo più di un cameo”, prosegue il regista, “e dove l’acqua è appunto elemento portante dello scenario, mentre il riflesso e la profondità ricordano gli stessi elementi della vita reale. Gli aspetti nascosti e poco noti della personalità affiorano come se provenissero dagli abissi e irrompono nel reale a creare scompiglio nel singolo e nel gruppo”.
Questa contraddizione tra reale ed irreale è stato proprio teorizzato da Federico Angi ed altri colleghi che, da qualche tempo, hanno dato vita ad una vera corrente cinematografica denominata “Neoirrealismo”, che lo stesso ci ha illustrato in sintesi.
L’idea di un’avanguardia cinematografica nasce da movimenti analoghi quali –Dogma 95- che con Lars Von Trier e Thomas Vinterberg, definiscono alcune regole per il recupero di un cinema autentico e poco sofisticato da effetti speciali, ci ha spiegato Angi, dove lui con i colleghi sottoscrittori del protocollo –Neoirrealista- teorizzano alcune norme ideali per girare un film, tra cui la presa diretta delle immagini, la scelta di ambienti della realtà quotidiana ma con una propensione alla ricerca dell’onirico e dell’irreale, in un percorso anche interiore dei personaggi che alterna appunto entrambe le dimensioni. Un mondo irreale che diventa così la chiave di lettura per la comprensione del reale stesso.
L’uso di specchi, di giochi di luce e riflessi, simmetrie cromatiche e contrasti evidenti raccontano iconicamente le immagini contrastanti che sono dentro ad ogni animo umano. Un lavoro molto interessante, quello del regista lombardo, che con un budget molto ridotto ha dato vita ad un’opera particolare ed unica che non lascia di sicuro indifferenti. Per narrare questo percorso, Federico Angi ha scelto Cristina Castigliola, attrice ligure ma milanese di adozione, che si è distinta in più di un’occasione vincendo vari premi sia cinematografici che teatrali.
Lei, da sempre appassionata di arti in ogni loro forma, trova immediatamente l’intesa con il regista per la sua visione onirica e surreale del copione. “Io nasco come esperta di arte grafica, per me la pittura è una sorta di sceneggiatura visiva, dove mi piace collocare i caratteri delle vite che vado ad impersonare”, spiega l’attrice, “e mi appassiona la ricerca di tutti i lati di un personaggio, anche i più oscuri e segreti”. Cristina spiega il proprio approccio alla recitazione, dove lo definisce un –dialogo continuo tra le arti-, dove una va a supportare l’altra potenziando così il prodotto finale.
Immagine, voce, gesto e musica sono come un continuum espressivo che porta con sé un grande significato, un messaggio che raggiunge lo spettatore e lo emoziona. E’ così che la recitazione di Cristina si lega a quella degli altri attori in questo viaggio che non è un semplice spostarsi ma una vera e propria esplorazione delle molteplici situazioni.
Un film corale dove le singolarità dei personaggi si intrecciano in una storia articolata e complessa che, oltre ad essere un viaggio interiore si snoda come un vero e proprio percorso negli abissi dell’individualità, dove pregi e difetti si rincorrono e si sovrastano nella continua ricerca di un senso. Prima assoluta dell’opera di Federico Angi a Como, presso il Cinema Gloria in data 10 settembre 2022 dove alle 14.00 ci sarà la conferenza stampa e poi a seguire la proiezione del film, nonché quella del “The mistery of ITA”, un particolare documentario con una storia legata al –making of – dell’opera di Angi. Un cinema giovane, ma complesso e visionario che non lascia di certo indifferenti e che farà parlare parecchio di sé… Roberto Polleri (ha collaborato Laura Borgioni)