La multinazionale finlandese vuole delocalizzare la produzione del sito di Trieste con il licenziamento di 451 lavoratori
Wartsila, l’azienda finlandese che produce motori per navi, non intende sospendere la procedura di licenziamento dei 451 operai del sito triestino a Bagnoli della Rosandra.
Ieri i rappresentanti di Wartsila, durante il tavolo di incontro al Mise con i ministri Giancarlo Giorgetti e Andrea Orlando, hanno respinto le richieste dei sindacati e confermato l’intenzione di delocalizzare in Finlandia il sito produttivo di Trieste dove sono presenti 451 lavoratori.
Si tratta di una delocalizzazione a tradimento che si configura sempre più come decisione scellerata, politica e non industriale – scrivono in una nota Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm -. Wartsila
“Ancora una volta – scrivono in una nota Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm – Wartsila gira le spalle, non solo al governo Italiano, ma a tutto il paese. Abbiamo apprezzato la posizione espressa a nome del Governo, dai ministri Giorgetti e Orlando nel rivendicare la continuità produttiva e occupazionale e riconoscere nel sito triestino una vocazione industriale strategica per l’intera filiera della cantieristica”. “Come Ugl Metalmeccanici – spiega il segretario nazionale Giovanni Antonio Spera – siamo altrettanto convinti che senza la sospensione della procedura di licenziamento la prosecuzione di un confronto sia ingestibile. Abbiamo dato, però, la nostra disponibilità a proseguire il confronto”.
A Genova Wartsila è presente nell’area delle riparazioni navali.
Contro queste scelte, Fim, Fiom e Uilm ha proclamano 8 ore di sciopero da effettuarsi in tutti i siti secondo le modalità definite dalle Rsu.
Già lo scorso agosto, anche i dipendenti della sede genovese avevano effettuato uno sciopero per solidarietà.