L’esercitazione è avvenuta tra il 4 e il 6 ottobre nelle acque antistanti il porto di Imperia
Nell’ambito delle attività discendenti dall’attuazione dell’Accordo RAMOGE tra Italia, Francia e Principato di Monaco, l’Italia con il del Ministero della Transizione Ecologica (MiTE – Direzione Generale Patrimonio Naturalistico e Mare, Divisione VI) – e il coordinamento del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera per gli aspetti operativi, ha organizzato l’esercitazione internazionale antinquinamento denominata “U Portu” 2022.
L’esercitazione “U Portu” 2022, si è svolta tra il 4 e il 6 ottobre nelle acque antistanti il porto di Imperia.
L’esercitazione, secondo uno scenario operativo, ha previsto una doppia situazione emergenziale: inquinamento da fuel oil ed inquinamento da HNS (Hazardous and Noxious Substance).
L’HNS costituisce elemento di innovazione rispetto a scenari già noti, con conseguente attivazione del servizio MAR-ICE dell’EMSA a supporto tecnico sul comportamento in mare degli HNS e sulla loro pericolosità, oltre a quello fornito dal Chimico del Porto di Savona, dall’ARPA Liguria e dall’ISPRA.
Nel corso dell’esercitazione sono stati attivati ben tre sistemi previsionali dello spostamento degli idrocarburi, messi in campo dal Ministero della transizione ecologica, tramite la società convenzionata Castalia s.c.p.a., dall’ARPAL Liguria e dalla Direzione Marittima di Genova (con il supporto tecnico di IAS-CNR di Oristano).
Le operazioni di contrasto all’inquinamento marino si sono svolte attraverso il dispiegamento totale di 18 mezzi aeronavali dei tre Paesi dell’Accordo, compresi quelli di EMSA e di Eni. L’Italia ha previsto una importante partecipazione di mezzi quali le navi della società convenzionata Castalia s.c.p.a, una nave della Marina Militare e altri mezzi aeronavali della Guardia Costiera.
Lo scenario dell’esercitazione
Nelle prime ore del 5 ottobre, una nave cisterna che trasportava soda caustica, in transito in acque nazionali italiane a largo della costa ligure, ha lanciato il MAY DAY a seguito di un’esplosione a bordo, che ha provocato una falla a scafo nella zona poppiera, lato dritto, con il danneggiamento di una cassa di fuel oil (combustibile) e di una cassa contenente soda caustica trasportata alla rinfusa allo stato liquido.
La Sala Operativa della Capitaneria di porto di Imperia, in risposta all’emergenza ha messo in atto le prime azioni di coordinamento previste dall’attuazione del Piani di emergenza locale e di coordinamento regionale della Direzione Marittima della Liguria, richiedendo l’impiego delle risorse antinquinamento attivate dal Ministero della Transizione Ecologica.
L’esercitazione si è prefissa di testare con il massimo realismo possibile l’organizzazione, il coordinamento e la prontezza della risposta all’evento, classificato come Livello 2 di emergenza (Piano MiTE e Piano RAMOGEPOL) sia per quanto concerne la parte antinquinamento in mare sia per la parte a terra.
Dopo aver valutato la situazione e i risultati della prima simulazione sulla deriva delle chiazze di petrolio, i cui risultati indicavano che l’inquinamento avrebbe potuto raggiungere sia Imperia che Mentone sulla terraferma, è stato attivato il piano RAMOGEPOL, con l’interessamento della Prefettura Marittima di Tolone (Francia) e del Principato di Monaco.
Il Piano RAMOGEPol, infatti, garantisce una risposta internazionale coordinata agli oil spill che si verifichino nelle acque marine oggetto dell’Accordo: in questo quadro viene svolta annualmente dai tre Paesi aderenti una esercitazione antinquinamento, per testare la capacità dell’organizzazione di risposta e il livello di coordinamento tra le diverse strutture nazionali ed internazionali, al fine di migliorare e rendere più efficace il sistema delle comunicazioni, della strategia e della operatività in mare.