“Il Governo di centrodestra si farà, ma il tabù sulla guerra è stato spezzato.
Quello che emerge anche dalle parole ‘rubate’ a Silvio Berlusconi è che una parte di italiani non la vuole: perché allora non indire un referendum consultivo di indirizzo su sanzioni alla Russia e invio di armi in Ucraina?
Occorre che il Governo guardi prima all’interesse nazionale e agli italiani, pur mantenendo un ruolo all’interno dell’Alleanza Atlantica e dell’Europa come l’Ungheria di Viktor Orbàn.
Ricordo, peraltro, che l’Ucraina non fa parte dell’Unione Europea né della Nato”.
Lo ha dichiarato oggi il prof. genovese Paolo Becchi, che sul suo profilo Twitter ha anche pubblicato i post in cui l’Ungheria (Paese UE e Nato) di Viktor Orbàn ha annunciato le consultazioni sullo stop alle sanzioni contro la Russia in difesa degli interessi nazionali e di famiglie e imprese ungheresi.
“La Costituzione – ha spiegato il prof. Becchi – non vieta un referendum di questo tipo.
C’è pure il precedente del 18 giugno del 1989 con cui si sondò la volontà popolare in merito al conferimento di in un mandato costituente al Parlamento europeo”.
#EU economy already on life support. Do we really want to pull the plug with a new set of primitive #sanctions? It’s time to ask the people. #nationalconsultation https://t.co/zbL4JruBUE
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) October 18, 2022