Il 4 novembre 2011 in seguito ad un’alluvione, è stata una delle giornate più drammatiche della storia di Genova.
Questa mattina Genova ha ricordato le vittime delle alluvioni del 2011 e quella del 2014.
Alle 10.30 c’è stata la deposizione delle corone del Comune di Genova, per le sei vittime dell’alluvione del 4 novembre 2011 e di un mazzo di fiori del Municipio 3 Bassa Valbisagno presso la lapide all’incrocio tra corso Sardegna e corso De Stefanis con un momento di raccoglimento.
Presenti i parenti delle vittime, il console onorario dell’Albania Giuseppe Durazzo e i rappresentanti delle Istituzioni.
Per il Comune di Genova il vicesindaco Pietro Piciocchi, per la Regione Liguria la consigliera Lilli Lauro, il consigliere regionale Sergio Rossetti e il presidente del Municipio Angelo Guidi.
La commemorazione si è poi spostata alle 10.45 a Borgo Incrociati, all’incrocio con piazza Giambattista Raggi, con la deposizione di una corona, seguita da un minuto di silenzio, in memoria di Antonio Campanella, vittima dell’alluvione del 9 ottobre 2014.
Alluvione 4 novembre 2011. Il ricordo di quel maledetto giorno
Il 4 novembre del 2011 caddero in poche ore 500 mm di pioggia. Iniziò a piovere la sera prima con le precipitazioni che perdurarono durante la notte e in mattinata.
Il Bisagno toccò il livello di guardia e in tarda mattinata il rio Fereggiano ruppe gli argini con la strada che si trasformò in un vero e proprio fiume in piena di acqua, rami, fango e detriti.
Auto e moto vennero spazzate via mentre negozi ed androni delle case vennero invasi dall’acqua e dal fango.
Morirono sei persone: una madre con le sue due figlie di 1 e 8 anni rifugiatesi in un portone di via Fereggiano, una diciannovenne rimasta schiacciata da una macchina, un’altra donna e un’edicolante travolta con il suo chiosco.
Intorno alle 14, il Bisagno esondò nella sua sponda destra presso Borgo Incrociati allagando diverse zone della città con l’acqua che sommerse anche il tratto iniziale di Via XX Settembre.
Poi ruppe anche l’argine sulla sponda sinistra colpendo la bassa Valbisagno nella zona di piazzale Adriatico e in fondo a corso Galileo Galilei poco prima del ponte della ferrovia.
Le zone maggiormente colpite furono Quezzi, Molassana, San Fruttuoso, Portoria, Foce, Quarto e Nervi.
Ci fu subito una forte polemica sulle responsabilità dei morti e dei danni con la giunta comunale e il sindaco che vennero accusati ed andarono a processo.
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