La premiazione del “tandem” Tatoli-Venarucci ad opera di Daniela Vergara, volto storico del Tg2 RAI
Roma – Cuori in fiamme. Posto d’onore per la Liguria alla consegna degli oscar di street theatre.
Si è svolta a Roma la cerimonia di premiazione della gara di teatro di strada “Ahi, serva Italia! – Dante di Shakespeare”, interamente basata sull’omonimo romanzo di Monaldi & Sorti (Solferino), volume centrale della trilogia Dante di Shakespeare.
Il concorso patrocinato dalla Società Dante Alighieri e dalla Fondazione Luigi Einaudi ha avuto il suo coronamento nella Casa di Dante in Roma, blasonata istituzione dantesca presieduta oggi da Giorgio Napolitano e Marta Cartabia, che ha incoronato la città di Sarzana.
La premiazione integrale può essere vista sul portale di RAI Cultura:
Cuori in fiamme, lo spettacolo sarzanese del duo formato dall’attore Stefano Venarucci e dal fuochista Sascia B (nome d’arte di Stefano Tatoli) grazie al quale la Liguria porta a casa una delle tre statuette “Dante di Shakespeare”, narra la tragica fine di Guido Cavalcanti dopo la fine dell’amicizia con Dante.
Una rottura che fu estrema conseguenza dello scontro tra la fede di Dante, e il suo amore per Guido, e l’ostinato scetticismo di quest’ultimo.
Il futuro autore della Commedia cercò con ogni mezzo di convertire l’amico, giungendo a dedicargli il suo debutto letterario, la Vita Nova: un gesto tuttavia poco gradito da Cavalcanti, tanto che tra i due nacque un aspro litigio.
Una volta eletto Priore di Firenze, Dante non esitò a far esiliare a Sarzana l’amico, negandogli qualsiasi favoritismo, e forse anche sperando nel potenziale redentore delle sofferenze. Ma Guido in esilio si ammalò, e trovò infine la morte.
Dante, dopo la tragica scomparsa dell‘amico, coverà sempre dubbi e timori laceranti sulla sua salvezza.
Enrico Malato, vicepresidente della Casa di Dante che ha fatto da teatro alla premiazione, ha proposto un’interpretazione della Divina Commedia basata proprio su questo dramma: Dante avrebbe cosparso il suo poema di citazioni cavalcantiane, a volte non scevre da una punta di polemica.
È però ancora da scoprire il motivo che avrebbe indotto il Sommo Poeta a questo stratagemma: lotta tra rimpianto e rimorso? Oppure un omaggio all’amico perduto, con una vena di amarezza per la sperata conversione?
L’esibizione di Sarzana era stata preceduta da un’anticipazione di Sascia B e Venarucci in Val di Cecina, terra d’origine dei Cavalcanti, per tracciare il percorso che porta Guido Cavalcanti dagli anni giovanili fino al drammatico epilogo sarzanese, dal quale scaturirà una scintilla narrativa fondamentale per il viaggio oltremondano della Commedia.
L’esibizione live dell’attore Stefano Venarucci sul palco allestito nella Casa di Dante in Roma è stata accompagnata sul ledwall da episodi dello sceneggiato Dante prodotto dalla RAI nel 1965, dove il giovane Giorgio Albertazzi interprete di Dante è affiancato da un magistrale Luigi Vannucchi nei panni di Guido Cavalcanti; uno dei personaggi più sentiti da Vannucchi, come ha rivelato la figlia Sabina che ne ha seguito le orme sui palcoscenici italiani.
Una scelta di ruolo, quella di Vannucchi, dal sapore fatale: Guido Cavalcanti e Luigi Vannucchi soffrivano entrambi di “malinconia”, come al tempo era denominata la depressione, e si addormentarono per sempre la sera di un 29 agosto; nel 1300 Cavalcanti, nel 1978 Vannucchi. Nelle appendici del loro romanzo, Monaldi & Sorti commemorano la duplice tragica vicenda attingendo ad un toccante articolo commemorativo del regista Sandro Bolchi, apparso sul Corriere della Sera all’indomani della morte dell’amico Vannucchi.
È stato annunciato intanto che il premio è diventato biennale: appuntamento dunque al 2024 per la seconda edizione degli oscar “Dante di Shakespeare”.