Nel complesso l’operazione “Bar dei Ragazzi”, fatta salva la presunzione di non colpevolezza, ha permesso di arrestare in flagranza di reato una persona e di emettere 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere, di porre sotto sequestro 60.000 euro, 2 kg di hashish, 700 gr. di cocaina. Oltre al locale dove veniva posta in essere l’illecita attività e di assicurare alla giustizia tre fornitori di stupefacenti: due albanesi ed uno marocchino.
I tree erano in grado di rifornire i pusher con quantitativi di oltre un chilogrammo di cocaina alla volta.
Le ultime e recenti esecuzioni di tre Ordinanze di Custodia Cautelare in carcere, avvenute nel mese di novembre, traggono origine dall’operazione di Polizia “Bar dei Ragazzi” che ha condotto, nel settembre 2021, all’arresto in flagranza di reato di un cinese e la denuncia a piede libero di altri due complici, un cittadino nordafricano ed una cinese, nello spaccio di sostanze stupefacenti.
Nella circostanza si procedeva al sequestro di 60.000 euro, di 2 kg di hashish e di 700 gr. di cocaina.
Da tale arresto sono scaturite ulteriori indagini finalizzate ad accertare le responsabilità di ogni correo, attraverso la disamina di una enorme mole di filmati, da cui emergeva una fiorente attività illecita con 489 cessioni di cocaina nell’arco di un mese, nell’interno del locale.
Tali accertamenti hanno condotto all’emissione, nel dicembre 2021, di un’ordinanza di custodia da parte della Procura di Genova anche nei confronti dei due soggetti inizialmente denunciati.
Proprio in seguito a tale ultimo risultato, a partire dal dicembre 2021, l’attività investigativa si concentrava sulla ricerca dei fornitori dello stupefacente che avevano consentito l’attività di cessione al dettaglio già portata alla luce.
Questa attività in prima istanza si è basata sulla visione dei filmati e sull’analisi dei dati estrapolati dai cellulari sequestrati agli indagati.
L’analisi dei dati permetteva di individuare tre distinti fornitori uno di etnia nordafricana e due di origine albanese.
Mentre il nordafricano agiva da solo, i due albanesi operavano in concorso tra loro.
Dalla visione dei video si appurava che i predetti avevano rifornito di cocaina gli arrestati per un peso di circa 2 chilogrammi ricevendo in cambio ingenti somme di denaro.
A seguito di quanto individuato dalla visione dei video, i dati venivano incrociati con quelli estrapolati dai cellulari sequestrati agli indagati.
Da queste analisi e comparando i giorni delle cessioni di stupefacente con le chat e le conversazioni avvenute in quei giorni e in quelli precedenti, il personale della Squadra Investigativa del Commissariato di Prè riteneva di aver individuato tutti e tre i fornitori di cocaina ritratti nei video.
Le fotografie presenti in banche dati e ritraenti le persone individuate, una volta confrontate con quelle estrapolate dai video al momento delle cessioni dello stupefacente, non lasciavano dubbi in merito alle loro identità.
Lo scorso settembre, infine, il personale della Polizia Scientifica, tramite relazione tecnica di Analisi Fisiognomica Comparativa, poteva affermare che le persone identificate dalla Squadra Investigativa erano proprio le persone immortalate nei fotogrammi dell’impianto di sorveglianza del “dei Ragazzi”.
Il mese scorso, visti i gravi indizi di colpevolezza ricavati dall’attività svolta dalla Squadra Investigativa del Commissariato Prè, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova emetteva nei confronti degli indagati tre ordinanze di custodia in carcere che venivano debitamente eseguite.
Uno dei tre arresti, quello a carico del cittadino marocchino, veniva portato a termine da parte del personale di Polizia di Frontiera al suo rientro in Italia, ossia il 21 Novembre presso l’aeroporto di Orio al Serio, mentre tornava dal suo paese natio.