La Befana vien di notte..così ..narra la leggenda… e oggi?
La leggenda della Befana inizia nella notte dei tempi. Tra le varie fonti si legge che discende da tradizioni magiche e precristiane. Il termine “Befana” deriva dal greco “Epifania”, ovvero “apparizione” o “manifestazione”. La Befana si festeggia, quindi, nel giorno dell’Epifania, che abitualmente chiude il periodo delle vacanze natalizie. Anticamente la vecchierella era simbolo dell’anno appena passato, un anno ormai vecchio proprio come lo è la signora in questione.
I doni che portava erano dei simboli di buon auspicio per l’anno che sarebbe iniziato. Oggi la Befana è rappresentata, nell’immaginario collettivo, da una donna in età avanzata con il naso lungo e storto e il mento aguzzo e prominente. La vecchina indossa un gonnellone ampio e scuro vivacizzato da numerose toppe variegate e molti rammendi. Copre il tutto con un grembiule con grosse tasche, uno scialle, un fazzoletto e, per finire, indossa un cappellaccio scalcagnato in testa, usualmente nero.
La befana, nella notte tra il 5 e il 6 di gennaio viaggia o meglio vola su di una scopa in lungo in largo tra le stelle, a volte facendo qualche impennata, poi si posa sui tetti e si cala nei camini, sotto il peso di un enorme sacco stracolmo di giocattoli, cioccolatini e caramelle, sul cui fondo non manca mai anche una buona dose di cenere e carbone.
Bambini e bambine, da parte loro, preparano per la buona vecchina, in un piatto, un mandarino o un’arancia, qualche fetta di panettone e un bicchiere di vino, perché la Befana ha quasi sempre la gola secca. Il mattino successivo, oltre ai regali e al carbone per chi è stato un po’ più cattivello, i bambini troveranno il pasto consumato e l’impronta della mano della Befana sulla cenere sparsa nel piatto. Qui finisce la leggenda, non ci rimane altro che canticchiare la famosa filastrocca “La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte col cappello alla romana viva viva la Befana!”. ABov