“Dobbiamo arrivare a un blocco delle partenze dei migranti. Perché lo chiamate blocco navale? Se lo chiamiamo blocco delle partenze non suona meglio? A meno che qualcuno non voglia dire che bisogna consentire agli scafisti di continuare a sfruttare la carne umana.
Il blocco si fa con gli accordi internazionali tra l’Unione Europea e i Paesi di partenza, accordi anche con impegni finanziari. Non serve il blocco navale inteso in maniera militare, serve il blocco delle partenze dei disperati per non farli diventare inquilini di un cimitero senza croci”.
Lo ha dichiarato oggi il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci (FdI) in visita alla Direzione Marittima di Genova, prima di festeggiare con gli studenti genovesi la Giornata del Mare in collaborazione con la Guardia costiera.
“Non facciamoci illusioni sui migranti – ha aggiunto Musumeci – l’unico intervento risolutivo è legato alla volontà di Bruxelles di sottoscrivere patti con i Paesi da cui partono questi disperati nostri fratelli affinché la selezione avvenga nei Paesi di partenza, vengano neutralizzata la mafia degli scafisti, vengano consentiti nei Paesi europei flussi di braccia e cervelli che arrivino in modo regolare, legale e in sicurezza.
Dobbiamo neutralizzare i criminali che sfruttano i poveretti. Lo stato di emergenza non serve a mobilitare strumenti, serve a operare all’interno di una cornice normativa agevole, celere e snella acquisendo beni e servizi in una fase così acuta come quella che stiamo vivendo e che purtroppo continueremo a vivere ancora per alcuni mesi”.