Partendo dalla “condivisione come cardine dell’esistenza morale umana” (cit. David Hume – 1750) ne consegue l’opportunità di riflettere sull’inconsapevole triste sorte di una vita vissuta nella tenace idea di escludere il prossimo dalla verità delle proprie emozioni.
Dato atto che “l’esistenza è un soggiorno in terra straniera” (cit. Marco Aurelio – 150 dC), la riflessione allunga il tiro sull’ importanza & sul peso che assume il prossimo, percepito il più delle volte come estraneo, in un tempo presente che boicotta e isterilisce ogni slancio sincero.
Vale in proposito tentare di ri-comporre una sensata vita social-affettiva intervenendo anche ex-post per rilevarne le carenze e per non riproporle ciclicamente sotto mentite spoglie.
Senonché il vestito della festa, accessorio indispensabile per celare agli altri la nostra identità, é sempre coniugato con un insano pensiero individualista.
Fatto sta che la prassi di sottoporre ad indagine interna taluni dissennati atteggiamenti anti-sociali non attecchisce, anche in nome della superiore esigenza di sentirsi al sicuro. Talché, persino le dinamiche domestiche riferiscono spesso di uno stato d’animo da esiliati che azzera l’idea dell’ascolto reciproco.
Non è dunque assurdo sostenere che ogni pensiero rivolto alla condivisione é un intruso costitutivo da allontanare.
Resta improbabile sradicare certa sospettosa routine, tanto quanto prefigurare un esito socio-relazionale che traguardi un barlume di reciproco interessamento.
In sintesi, condividere (svelare sé all’altro) presuppone l’idea togliere la maschera dei sentimenti di facciata e aprire l’uscio mentale ad una rete di rispondenze affettive da cui la realtà personale non può che trarre retribuzione.
Per assegnare adeguato valore alla propria esistenza, anche e soprattutto in relazione col prossimo, non deve servire il “miracolo del dolore” (cit. Virginia Woolf): non si deve necessariamente incorrere in un patimento per ripensare e rinnovare la conoscenza di sé.
Ricapitolando, serve invece sapere che ogni momento di ogni sgretolata vita affettiva è quello buono per il recupero dei pezzi persi nel tragitto. Massimiliano Barbin Bertorelli