Intorno alle 21 di ieri un detenuto 31enne di origini pugliesi, condannato a 23 anni di carcere per resistenza, ricettazione, oltraggio, lesioni, minacce, atti persecutori, rapina, furto, danneggiamento e trasferito a Marassi per sicurezza dopo aver girato ben 23 istituti, ha ingerito per protesta diverse lamette in carcere per poi tentare di fuggire dall’ospedale.
Lo hanno riferito i responsabili del sindacato Uilpa Penitenziari.
Appena arrivato al pronto Soccorso del San Martino, il detenuto è andato in escandescenza, con minacce agli agenti di Polizia Penitenziaria e creando scompiglio nella sala di attesa.
Dalla bocca ha tirato fuori un’altra lametta minacciando di tagliare la faccia ai poliziotti e di sequestrare una persona, tentando poi la fuga dall’uscita di emergenza del reparto.
Il detenuto è stato però bloccato dagli agenti della Polizia Penitenziaria.
“L’immediato intervento dei colleghi – hanno sottolineato dal sindacato Uilpa – è stato provvidenziale per bloccare il tentativo di evasione.
L’episodio, che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi, mette ancora una volta a nudo la fragilità della sicurezza carceraria e le immani difficoltà della Polizia penitenziaria, fatte soprattutto di inadeguatezza degli organici e mancanza di equipaggiamenti.
Il fatto di ieri rappresenta uno dei casi di scuola sull’utilità della dotazione del Taser anche per il Corpo di Polizia penitenziaria, unica fra le forze di polizia a non possederlo. E’ giunta l’ora che il Governo si faccia compiutamente carico dell’emergenza penitenziaria tuttora in atto e dei mali atavici che affliggono il Corpo di Polizia penitenziaria da decenni di malgoverno”.