Il penultimo appuntamento con i concerti della serie Novecenti, previsto al Teatro Carlo Felice per domenica 14 maggio alle ore 20, traccia un percorso inedito tra la Sinfonia n. 60 Il distratto di Franz Joseph Haydn, Sound and Fury – in prima esecuzione italiana – di Anna Clyne e Don Quixote di Richard Strauss.
Riccardo Minasi sarà alla direzione dei solisti Riccardo Agosti, violoncello; Antonio Bossone, viola; e dell’Orchestra dell’Opera Carlo Felice Genova.
La Sinfonia n. 60 di Haydn nasce come musica di scena per la commedia Der Zerstreute, adattamento in lingua tedesca dell’originale francese di François Regnard Le distrait.
Il grande successo della rappresentazione si dovette anche alla musica, che ben presto venne ripresa in forma autonoma nelle sale da concerto di tutta Europa.
Di questo retaggio teatrale rimangono una insolita struttura in sei movimenti (ove il primo aveva avuto funzione di ouverture, e i seguenti di intermezzi tra gli atti della commedia), e una scrittura espressiva e ricca di temi ricorrenti allusivi all’azione scenica.
È proprio dalla Sinfonia n. 60 che Anna Clyne – compositrice contemporanea sia nel campo della musica acustica sia nel campo della musica elettronica – prende le mosse per il suo Sound and Fury, eseguito per la prima volta nel 2019 alla Queens Hall di Edimburgo.
Come illustrato dalla stessa nella nota d’autore pubblicata dall’editore Boosey & Hawkes, Sound and Fury nasce dall’ascolto della Sinfonia n. 60 e dalla trascrizione di alcuni segmenti, poi ripetuti e fatti proliferare in un movimento unico suddiviso in sei sezioni.
L’elemento della ripetizione è di ispirazione letteraria, deriva dalla lettura di un monologo da Macbeth. Qui la scrittura di Shakespeare, attraverso la ripetizione, assume un ritmo musicale:
Domani, e domani e domani, / si insinua giorno dopo giorno, / verso l’ultima sillaba del copione; / e tutti i nostri ieri avranno rischiarato a dei pazzi / la polverosa via della morte. Spegniti, spegniti, breve candela! / La vita non è che un’ombra che cammina, un povero attore / che si pavoneggia e si agita su un palcoscenico per il tempo a lui assegnato, / e poi di lui nulla più s’ode: è un racconto / narrato da un idiota, pieno di strepiti e furori / che non significano nulla.
Proprio da questi versi è tratto il titolo stesso del brano: Sound and Fury.
Il programma si chiude con uno dei più ispirati poemi sinfonici della storia della musica: Don Quixote di Richard Strauss.
Il lento processo compositivo durò quasi dieci anni, per concludersi sul finire del 1897, con la prima esecuzione l’8 marzo successivo. Don Quixote è tratto dalle avventure narrate nell’omonimo romanzo di Miguel de Cervantes.
Nell’Introduzione viene presentato il protagonista, il cui tema viene affidato al violoncello (il ruolo del violoncello è quindi centrale, anche se non si parla propriamente di un solista, perché la natura del brano per come si articola la scrittura strumentale è molto più vicina alla sinfonia che al concerto per solista e orchestra).
Al tema principale si affianca un tema secondario affidato alla viola, che rappresenta lo scudiero Sancho Panza.
Nelle dieci variazioni a seguire si ripercorrono tragicomiche avventure tra incontri, combattimenti e sogni d’amore. Il Finale è il momento della riflessione e della contemplazione che precede la morte del protagonista. ELI/P.