Vita d’inferno per un uomo. La moglie aguzzina gli dava ordini, non lo faceva mangiare, lo picchiava, lo offendeva ogni giorno. Lo costringeva anche a inginocchiarsi per chiedere “perdono” e a girare nudo per casa.
Un incubo in cui viveva un pensionato di 70 anni, praticamente ridotto in schiavitù dalla moglie 64enne che aveva ottenuto manforte dal figlio 21enne della coppia.
Sono stati i vicini di casa della “famiglia” residente nel Grossetano e trasferitasi da qualche mese a Biella, ad avvertire i carabinieri, che hanno avviato le indagini e scoperto l’inferno quotidiano della vittima anche attraverso le intercettazioni ambientali: botte e insulti, vessazioni e soprusi di ogni genere.
La donna, insieme al figlio succube, era sempre pronta ad aggredire il povero 70enne, anche se prendeva qualcosa in più dal frigo o se spendeva 10 centesimi in più al supermercato per comprarsi qualcosa da mangiare.
La moglie, già condannata nel 2016 a 1 anno e 9 mesi di reclusione per gli stessi reati nei confronti del marito, e il figlio sono stati accusati di maltrattamenti e lesioni personali.
Ieri al Tribunale di Grosseto si è svolto l’interrogatorio di garanzia di fronte al gip.
La donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere e non ha mostrato alcun pentimento.
Il figlio ha invece ammesso ogni responsabilità e si è pentito. Davanti al giudice avrebbe affermato: “Mi vergogno di ciò che è stato fatto a mio padre. Ho sbagliato e sono pentito”.
Il gip ha ordinato alla donna e al figlio di lasciare la casa di famiglia e di restare a una distanza di almeno 100 metri dalla vittima.
Il 70enne ha riferito di essere stato trattato come uno schiavo, subendo botte in testa con il manico della scopa e calci e schiaffi su tutto il corpo, di essere stato picchiato anche con un martello e di avere subìto ogni tipo di minacce, perfino di morte: “Durava da tanti anni. ora sto meglio, ma la notte non riesco a dormire”.