“Stamane in IV commissione regionale Ambiente e Territorio abbiamo ascoltato le associazioni ambientaliste e non solo circa il progetto di realizzazione del nuovo depuratore a Chiavari.
Il Comitato ‘No Al Depuratore nella Colmata di Chiavari’, il Circolo Legambiente Cantiere Verde, l’associazione Onda Ligure Consumo e Ambiente hanno ribadito di non essere soggetti del no a prescindere, anzi hanno ribadito sulla necessità che ci sia un nuovo sistema di depurazione delle acque fornendo indicazione di posizionamento diverso di un impianto.
C’è poi da comprendere esattamente cosa fare dell’attuale impianto di Preli che sta andando a fine vita.
Il costo del nuovo depuratore in Colmata a mare sarà dai 130 milioni di euro a salire e sarà realizzato in un’area che ha subito nel tempo pesanti alluvioni e che dovrebbe essere rinforzata dal punto di vista strutturale con ulteriori costi di messa in sicurezza.
Un’operazione che tenderà a remunerare adeguatamente il soggetto gestore determinando un aumento di tariffa. Anz,i i cittadini stanno già pagando un balzello prima ancora di veder realizzata l’opera.
Ultima ‘chicca’ emersa dalla seduta della IV commissione regionale: in un momento di crisi idrica e di crisi energetica senza pari in cui la comunità scientifica, la comunità tecnologica e anche il mondo politico si stanno confrontando su possibili soluzioni si presenta un progetto come quello del depuratore di Chiavari particolarmente energivoro e con tecnologie ampiamente superate.
Durante la commissione regionale sono poi emersi in maniera trasversale dubbi e perplessità sulla bontà del progetto, sia da parte nostra come Linea Condivisa che da parte delle altre forze di minoranza. Ma anche nell’ambito del centrodestra sono emersi dubbi sulla realizzazione di tale impianto.
La chiusura e l’arroganza di Città Metropolitana di Genova sono evidenti e non così non si può andare avanti, la scelta deve essere messa in discussione determinando, se necessario, anche un intervento deciso da parte di Regione Liguria che chieda chiarimenti e intervenga favorendo, come peraltro richiesto dalle associazioni, un rapporto diretto tra territori, associazioni, Città Metropolitana, Iren e Regione stessa.
Questa vicenda ha molti elementi in comune alla realizzazione della Diga Perfigli in cui le rimostranze del territorio e i dubbi della politica sono evidenti ma, nonostante questo, con un po’ di silenzio, un po’ di cose non dette, rinviando i confronti e le discussioni l’iter va avanti”.
Lo ha dichiarato oggi il capogruppo regionale di Linea condivisa Gianni Pastorino.