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Poeti contro il Green pass: oggi presentazione a Tursi con Becchi e Freccero

Becchi e Freccero (immagini di repertorio fb)

E’ in programma oggi dalle 17 alle 20, nel Salone di rappresentanza di Palazzo Tursi a Genova, l’incontro organizzato dal gruppo comunale Uniti per la Costituzione intitolato: “Fissando in volto il gelo”.

Si tratta della presentazione dell’antologia di poesie (editore Terra d’Ulivi) contro il Green pass, imposto dal Governo durante l’emergenza coronavirus. Saranno lette alcune poesie e, successivamente, sono previsti gli interventi del capogruppo comunale Mattia Crucioli, del prof. Paolo Becchi, di Antonietta Di Rienzo, di Carlo Freccero, di Angelo Tonelli.

Perché anche i “poeti in tempi di privazione”? Ecco cosa ci ha risposto il prof. Paolo Becchi.

“Perché i poeti in tempi di privazione, si chiedeva già Hölderlin in Pane e vino, e con lui Heidegger. L’aggettivo ‘privazione’ (dürftig) che qualifica il tempo cosa significa? Di che cosa gli uomini sono privati o si sono privati? Il ‘tempo’ di Hölderlin è ancora il nostro tempo? Se pensate che io possa rispondere a queste domande vi sbagliate di grosso, ma oggi ancor prima di avere risposte dobbiamo essere in grado di porci le giuste domande.

Per Hölderlin era ‘caduta la sera’ nel mondo e la sua epoca, già la sua epoca, era caratterizzata dall’assenza di Dio, dalla sua mancanza. Ma questa mancanza di Dio, questa ‘privazione’ non era ancora estrema, nel suo tempo era ancora sentita come una mancanza.

Oggi non solo non siamo più in grado di riconoscere quella mancanza come mancanza, ma addirittura abbiamo dimenticato di essere l’immagine di quella mancanza, di essere ciò che siamo, immagine di Dio.

Ecco perché abbiamo bisogno dei poeti. Oggi come e forse più di allora, perché anche il nostro è un tempo di privazione. Ci siamo privati e siamo stati privati di molti diritti e di molte libertà negli ultimi anni a causa della pandemia, che ci ha costretti a vivere per mesi confinati nelle nostre abitazioni, a morire soli e senza una parola di conforto. E la seguente ‘libertà’ è stata concessa a caro prezzo, con una vaccinazione di massa imposta con l’aiuto di scienziati e politici, coalizzati insieme.

La cosa non deve sorprendere. Sono loro i funzionari del tempo della privazione.  Ciò che semmai sorprende è che “non c’è più l’acqua nelle chiese” (Carlo Dardanello), che persino la religione si sia sottomessa al potere.

I poeti ci aiutano a ricordare tutte quelle privazioni, a distaccarci dalle ‘inascoltabili chiacchiere sfinenti’ (Simonetta Silvestri Raggi) di televirologi arroganti per concentrarci sull’essenziale di ciò che stava e sta avvenendo. Una grande sperimentazione sociale, il passaggio dalla società chiusa della sorveglianza alla società aperta del controllo, nelle quale  devi essere convinto di essere libero anche se sei in catene e dove se vuoi essere veramente libero devi essere pronto a tante rinunce.

Non disposti a barattare la libertà per un pezzo di carta, il Green pass, i poeti con le loro parole indicano un’altra via, certo più rischiosa, ma che nel rischio si mantiene.

‘Fissando in volto il gelo’ è il titolo del libro, edito da Terra d’ulivi, che raccoglie le loro poesie e che sarà presentato oggi pomeriggio alle 17 a Palazzo Tursi, presso il Salone di Rappresentanza”.