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Ex consigliere regionale Pdl condannato a 18 mesi. Saso: presenterò ricorso

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Il Tribunale di Genova (foto di repertorio)

L’ex consigliere regionale del Pdl Alessio Saso, assolto in Appello nel 2021 per il caso “Spese pazze”, oggi è stato condannato in primo grado a un anno e sei mesi di reclusione. Era accusato di promesse elettorali con l’aggravante mafiosa. Il pm aveva chiesto la condanna a due anni.

Per quella stessa accusa, nel 2020, l’ex consigliere comunale di Genova Aldo Praticò (anche lui Pdl), difeso dall’avvocato Giuseppe Maria Gallo, aveva patteggiato una pena di 18 mesi.

I due politici erano stati indagati nell’ambito dell’inchiesta Maglio 3, che nel 2020 ha visto la conferma delle condanne per nove boss della ‘ndrangheta. Le loro posizioni erano state stralciate e le indagini erano rimaste ferme.

Secondo l’accusa (in un primo momento portata avanti dal pm Alberto Lari, oggi procuratore a Imperia, e ora dal collega Zocco) i due avrebbero incontrato esponenti della comunità calabrese di Imperia durante la campagna elettorale. Tra questi, secondo l’accusa, ci sarebbero stati anche Domenico Gangemi (condannato per mafia in Calabria) e Giuseppe Marcianò, deceduto, condannato nei processo ‘La Svolta’ sulle infiltrazioni mafiose.

Saso ha sempre respinto le accuse e ha dichiarato di non sapere dei possibili legami dei due con i clan calabresi.

“Sono molto addolorato – ha riferito l’ex consigliere regionale – perché né le volontà né tantomeno le azioni che mi sono state attribuite mi sono mai appartenute. Cercavo voti come tutti i candidati alle elezioni, incontrai una persona a Genova che all’epoca nessuno in Liguria sapeva fosse legato alla criminalità.

Nel tempo chiesi informazioni a un amico delle Forze dell’ordine e appena mi disse che era una persona con un passato inquietante evitai qualsiasi altro contatto.

Ho dovuto iniziare questo processo a distanza di oltre 13 anni da quelle elezioni, con enormi difficoltà a ricordarne i dettagli e, per di più ‘da solo’, perché inspiegabilmente nessuno di quelli a cui avrei fatto le promesse elettorali è stato neppure indagato. Faremo ricorso in appello, resto fiducioso e convinto di poter fare emergere la verità”.