Desiderare di avere un figlio è lecito, ma non ogni desiderio è un diritto, tanto meno il diritto può accettare che un bambino sia un prodotto da acquistare.
Ho fatto un tweet che ho ripreso anche su Facebook, sulla distinzione tra desiderio è diritto. Qui vorrei presentare un ulteriore approfondimento.
Si è iniziato il dibattito intorno a una nuova legge riguardante la maternità surrogata, già vietata come pratica nel nostro ordinamento, ma che ora si intende anche estendere alle coppie che fanno ricorso a questa pratica illegale, ma lo fanno all’estero. Perché tornando in Italia non incorrono in nessuna sanzione.
Un intervento del legislatore mi pare quindi opportuno. Le stesse pene che sono previste per tale pratiche se effettuate in Italia dovrebbero anche valere per chi le effettua all’estero.
Sarebbe a mio avviso sbagliato andare nella direzione opposta e cioè depenalizzare il comportamento anche interno, nella logica se lo si può fare fuori perché non farlo anche dentro?
Resta un grosso problema: quello del neonato che viene in questo modo al mondo senza averne nessuna colpa. E qui brancolo nel buio e chiedo i vostri suggerimenti.
Il bambino va comunque lasciato giuridicamente alla coppia che lo ha fatto venire al mondo in questo modo?
Altre soluzioni sono possibili, ma non sono forse peggiori?
Gli errori fatti dai padri e dalle madri non possono ricadere sui figli.
Se si vuole disincentivare questa pratica, come a mio avviso è giusto che sia, non basta la punizione per chi l’ha realizzata? Prof. Paolo Becchi