“Nostro genero Gianluca è un pavido. La verità è che quella sera ha lasciato andare Alice da sola, al buio, senza nemmeno guardarla dalla finestra. L’ha fatta morire da sola”.
Lo hanno riferito ieri Antonella Zarri e Graziano Scagni, genitori della giovane mamma uccisa a Genova Quinto dall’altro figlio Alberto, dopo la testimonianza del marito della ragazza, Gianluca Calzona.
“Se aveva così tanta paura – hanno aggiunto – perché non ha denunciato? Se ha ricevuto delle minacce, perché ha mandato Alice?
In realtà lui usava la povera Alice senza esporsi. Adesso chi non ha fatto nulla punta il dito contro chi ha provato a fare qualcosa?
Se vuole dire che siamo responsabili per i 7 miliardi di persone che ha minacciato Alberto, saliamo sul banco degli imputati, va bene, ma deve salirci anche qualcun altro. Noi aspettiamo ancora delle risposte.
Perché abbiamo chiesto aiuto, come fanno le persone civili, ma non abbiamo avuto alcuna risposta. E ora una risposta ce la devono ma la devono soprattutto a quelle persone che stanno vivendo quello che abbiamo vissuto noi”.
All’udienza di di ieri sono stati sentiti anche gli agenti che intervennero il 23 e il 30 aprile in casa della nonna: nel primo caso perché le era stata bloccata la serratura e nel secondo per l’incendio della porta.
“La nonna sospettava del nipote – ha in sostanza spiegato l’agente Giovanni Dente – ma non lo aveva visto con i suoi occhi. Chiamammo la madre del ragazzo e ci disse che era seguito dalla Salute mentale. Anche la nonna ci disse che aveva problemi mentali. La madre non ci sembrò preoccupata. Ci disse che avevano una casa in montagna dove si sarebbero trasferiti”.
E’ stata poi la volta dell’amministratrice di condominio, Laura Arsì. La testimone ha sottolineato che Alberto le mandava anche 14 mail al giorno per lamentarsi di presunti rumori e fastidi dei vicini: “ma in realtà erano i condomini esasperati dal suo comportamento. Io avevo suggerito di fare un esposto. Una condomina mi disse di chiamare la Polizia locale e l’Asl”.