I pm della Procura di Genova, al termine della deposizione in aula del dirigente in pensione di Aspi Giampiero Giacardi, ieri hanno chiesto e ottenuto dai giudici del Tribunale la trasmissione atti relativi alle dichiarazioni rilasciate in quattro udienze dall’ex direttore delle risorse umane della societa’ concessionaria, incarico che ha ricoperto per 20 anni.
E’ successo nell’ambito del processo per il tragico crollo del Ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto 2018 e costato la vita a 43 persone.
Secondo la pubblica accusa, in “molti casi” le risposte fornite in aula dal teste “non hanno convinto” i titolari dell’inchiesta.
Tuttavia, non e’ ancora chiaro su quali elementi i pm potrebbero valutare l’eventuale ipotesi di reato di falsa testimonianza, ne’ se Giacardi sara’ ufficialmente indagato.
Attualmente, e’ il primo dei quasi 150 testi del procedimento per cui i pm chiedono la trasmissione atti per una possibile falsa testimonianza.
La richiesta era stata fatta in precedenza, ma per falso ideologico e nei confronti di Andrea Pancani, ingegnere a lungo responsabile della sorveglianza di Spea in Toscana e, dopo il tragico crollo del Ponte Morandi, inviato a Genova per verificare le condizioni degli altri viadotti.
Gli atti in questo caso sono stati inviati alla Procura di Firenze. Secondo i pm genovesi, sono in dubbio non tanto le sue parole nel processo, ma le dichiarazioni avvalorerebbero la possibilita’ che anche i report sui viadotti controllati in Toscana abbiano subito quello che, per gli inquirenti, era il modus operandi di Aspi e Spea, ovvero una falsificazione dei valori sulle condizioni delle strutture, con conseguenti rischi per la sicurezza.
Il tutto, sempre secondo la pubblica accusa, per non aumentare i costi delle manutenzioni e per evitare lunghe chiusure al traffico.