Il pm della Procura di Genova oggi ha chiesto l’archiviazione per i due poliziotti e il medico della Salute mentale indagati nell’ambito dell’inchiesta su presunte omissioni in riferimento al delitto Alice Scagni, la sorella uccisa a coltellate in strada dal fratello Alberto il primo maggio 2022 a Genova Quinto.
Le ipotesi di reato contestate sono omissione d’atti d’ufficio, omessa denuncia e morte come conseguenza di altro reato. L’indagine era partita dopo le denunce dei genitori della vittima e dell’omicida, assistiti dall’avvocato Fabio Anselmo.
Erano indagati la dottoressa della Salute mentale che alla richiesta dei genitori di ricoverare il figlio, secondo i familgiari, aveva preso tempo e gli agenti che il giorno dlel’omicidio non si attivarono nonostante le richieste della madre e del padre di Alice.
“Siamo stati messi sotto accusa noi genitori – ha commentato la madre di Alice e Alberto, Antonella Zarri – per quanto accaduto. Forse ne siamo responsabili. Ci è sembrato naturale cercare di proteggere i nostri figli e noi stessi, cercando di chiedere aiuto alle istituzioni.
Nei giorni precedenti l’omicidio abbiamo tentato di contattare 60 volte il centro di Salute mentale cui ci eravamo rivolti per l’impressionante progressione della malattia mentale di nostro figlio. Abbiamo più volte chiamato il 112 perché spaventati dal degenerare inesorabile della situazione.
Io ho chiesto invano aiuto allo Stato e dallo Stato sono stata accusata insieme a mio marito. Ma cosa è lo Stato? Siamo colpevoli solo io e mio marito? Ma quel che stiamo facendo noi genitori lo dobbiamo ad Alice che non c’è più e ad Alberto che è di fatto ucciso pure lui. Noi non contiamo nulla”.
Il processo per l’omicidio è in corso in Corte d’Assise e la sentenza potrebbe arrivare a fine settembre.
Il legale dei famigliari ha poi annunciato che presenterà opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura genovese per il procedimento sulle presunte omissioni e mancanze da parte di polizia e medici.
“È una richiesta di archiviazione che si oppone da sola – ha spiegato l’avvocato Anselmo – perché contiene, cioè, la stessa opposizione”.
Per i pm genovesi, i genitori, la nonna e i vicini di casa non avrebbero mai presentato alcuna formale denuncia nei confronti di Alberto e per questo non ci sarebbe stata alcuna omissione da parte dei poliziotti e dei medici. Dopo l’opposizione sarà il giudice per le indagini preliminari a fissare un’udienza al termine della quale deciderà se accogliere la richiesta, respingerla o disporre nuovi approfondimenti investigativi.