Stamane in Prefettura a Genova è stato firmato il nuovo protocollo sull’emergenza calore nei luoghi di lavoro, che prevede l’attivazione della cassa integrazione sopra i 35 gradi (prevista anche per la temperatura “percepita”), piu’ pause e piu’ turnazioni nelle ore piu’ calde.
Nel documento ci sono le linee guida e le misure per la prevenzione e protezione dai rischi correlati alle condizioni di microclima negli ambienti di lavoro per il territorio della Città Metropolitana di Genova.
Si tratta di un accordo siglato tra il Prefetto di Genova, Cgil, Cisl, Uil insieme a Capitaneria di Porto, Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, Autorita’ di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, Asl 3 e 4, Ispettorato Territoriale del Lavoro, Inail, Camera di Commercio di Genova, Sezione provinciale di Confindustria, Sezione provinciale ANCE di Genova, le associazioni datoriali del comparto agricoltura e altri.
“E’ forse – ha spiegato il prefetto Renato Franceschelli – il primo documento che ha avuto la pretesa di inglobare tutte le problematiche legate ai lavori in condizioni estreme, sia per il caldo sia per il freddo, e che ha voluto richiamare un po’ tutte le procedure e dare quindi sia ai datori di lavoro sia ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, e anche agli enti pubblici, cioe’ Inail e Inps che poi dovranno eventualmente attribuire le casse integrazione, delle linee guida cui attenersi per istruire e valutare.
Il datore di lavoro ha un obbligo di valutazione dei rischi, quindi, conoscendo i dipendenti e le fragilita’, dovra’ valutare anche questo. Per un’emergenza alluvione o un’emergenza neve ci sono dati oggettivi, quindi non c’e’ il fattore percezione. In questo caso ci sono strumenti tecnici e scientifici, ma bisognera’ valutare caso per caso la situazione, la tipologia di lavoro e variabili che possono influenzare in un senso o nell’altro la valutazione”.
L’auspicio, da parte dei sindacati, e’ che “l’intesa diventi strutturale”.