La Procura di Imperia ha aperto un’indagine per abuso d’ufficio nei confronti dell’ex ministro dell’Interno e attuale sindaco di Imperia Claudio Scajola in merito alla richiesta di demolizione del balcone di una palazzina.
Stando a quanto contenuto in un esposto, anticipato da ‘Il Fatto quotidiano’, Claudio Scajola è accusato di avere esercitato pressioni su un funzionario comunale per ottenere il provvedimento di demolizione, che è stato impugnato davanti al Tar.
Il Tribunale Amministrativo della Liguria ha ritenuto illegittimo l’atto con cui si chiedeva la demolizione.
“Sono state effettuate diverse acquisizioni documentali presso gli uffici comunali – ha riferito oggi il procuratore di Imperia Alberto Lari – e sono state ascoltate persone informate sui fatti; allo stato, sono in corso ulteriori approfondimenti finalizzati a verificare la fondatezza dell’ipotesi di reato”.
E’ probabile che verranno raccolte altre testimonianze nei prossimi giorni.
“Ora basta – ha riferito stasera Claudio Scajola – non ho più intenzione di essere oggetto continuo di esposti, lettere anonime e accuse senza alcun fondamento, che hanno come unico obiettivo quello di colpire me e bloccare la crescita di Imperia.
Tre consiglieri comunali di minoranza, Bracco, Zarbano e Sardi, tentano di sovvertire l’esito democratico delle urne, con un ricorso di ineleggibilità senza capo né coda e chiedono, in attesa di giudizio, che si blocchi l’attività del Comune.
Non ho più intenzione di assistere quotidianamente a esposti da parte di fonti confidenziali anonime che diventano occasione per ‘giornalate’, con il solo interesse di ledere la mia immagine e, ancor peggio, di destabilizzare l’azione della mia amministrazione.
Si è votato appena due mesi fa e i cittadini hanno riposto in me e nella mia squadra una fiducia enorme e questo sistema malato, basato su esposti anonimi, deve finire. Perché non può esserci futuro luminoso per una città che accetta un sistema del genere in cui devi difenderti dall’avere preso a cuore la situazione di un uomo in condizioni disperate, dal non aver voluto denunciare un ragazzo in difficoltà o dall’aver chiesto a un autista del Comune di riportare a casa un’anziana signora in situazione di palese fragilità”, casi in cui il sindaco è stato chiamato a difendersi.