Scarcerato e tornato a Genova. Intorno alle 7.30 di oggi, come già annunciato e previsto, il cosiddetto “killer delle fidanzate” Luca Delfino è arrivato alla Rems Villa Caterina di Genova Prà a bordo di un furgone della Polizia penitenziaria.
Nella struttura genovese non esiste un servizio di vigilanza e controllo interno da parte delle Forze dell’ordine e gli abitanti della zona, preoccupati e spaventati, l’altro giorno avevano protestato pure organizzando una manifestazione sul posto, ricordando che proprio la scorsa settimana un ospite straniero della Rems era fuggito, semplicemente forzando la porta del cancello d’ingresso.
Delfino a Prà non lo vogliamo: manifestazione abitanti davanti alla Rems | Foto
Il 46enne genovese era stato condannato a 16 anni e mezzo di carcere per l’omicidio di Antonella Multari, uccisa nel 2007 con una quarantina di coltellate per strada a Sanremo.
Inoltre, l’anno prima era stato sospettato per l’omicidio di un’altra sua compagna, Luciana Biggi, avvenuto nei caruggi genovesi. Tuttavia, non era stato arrestato dalla Procura di Genova, nonostante il parere dell’allora capo della Squadra Mobile che voleva rinchiuderlo in carcere.
Ora, per disposizione dei giudici del Tribunale di Sorveglianza, dovrà “scontare” sei anni e mezzo nella struttura genovese “per ricevere le cure che in carcere non ha potuto ottenere”.
Varcato il cancello di accesso carrabile della Rems, il paziente-ex detenuto ha raccolto le sue cose, custodite in un paio di grossi sacchetti della spesa e salutato il personale con strette di mano.
La zona stamane era presidiata dalla Polizia e dalle guardie giurate.
Nella sua stanza, Luca Delfino potrà portare tv, radio, dispositivi per ascoltare musica, console per i videogiochi, ma non smartphone pc o altri apparecchi telematici che possano comunicare con l’esterno.
In base alle regole della Rems i suoi famigliari potranno fargli visita una volta al mese, mentre sono liberi gli incontri con il suo avvocato genovese, Riccardo Lamonaca, che ha riferito: “Intanto voglio ribadire che il mio assistito non torna in libertà, non è l’uomo ragno e si è sempre comportato bene. Spetta a chi gestisce la struttura dell’Asl il compito di garantirne la sicurezza nella Rems. Non vuole evadere. È ansioso però di intraprendere questo nuovo percorso che per lui sarà anche un percorso di cura”.
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Poi, rispetto alle recenti dichiarazioni della genovese Bruna Biggi, sorella gemella di Luciana, ha sottolineato: “Non posso essere all’interno della testa di Luca Delfino, ma in tutti questi anni posso assicurare che non mi ha mai fatto menzione di Bruna Biggi”.