La Cipolla Egiziana di Camporosso (Arca del gusto di Slow Food). Un modello da seguire per tutelare il territorio e contrastare la perdita di biodiversità
Coltivare la cipolla egiziana è semplice, naturale e aiuta a scoprire una pianta rara e misteriosa, presente nei nostri terreno da oltre cinque secoli e giornalmente richiesta in tutta Italia. Una pianta che è entrata a far parte dell “Arca del gusto di Slow Food” e sempre più richiesta da agricoltori, appassionati e grandi chef nazionali ed internazionali.
Con una produzione annua di oltre 50.000 mila bulbi e piante in vaso, il progetto di salvaguardia della diversità biologica locale condotto dal botanico e agricoltore Marco Damele diventa realtà rappresentando uno spaccato nuovo e moderno della nostra terra, di un mondo contadino in cui l’agricoltura è fiducia verso il futuro, è seguire la stagionalità di un prodotto senza fretta o costrizioni, di passione e rispetto verso il mondo naturale.
La coltivazione e vendita della cipolla egiziana ligure (Allium cepa viviparum), reintrodotta nel 2012 fa a Camporosso (IM), è semplicemente la riscoperta di una varietà antica, per anni dimenticata, una varietà un tempo comune nei nostri terreni che, per diverse ragioni, è via via scomparsa.
Promuoverla rappresenta la salvaguardia del nostro patrimonio storico, artistico e naturale, la cui importanza non è legata soltanto a fattori culturali, ma anche al recupero di forme meno inquinanti di coltivazioni agricole e di conoscenza delle tradizioni. Coltivare una pianta è prima di tutto un atto d’amore, è tutela e rispetto verso la natura, è un gesto semplice come leggere, informarsi e studiarne le caratteristiche. La cipolla egiziana, con la sua anima secolare rappresenta la nostra storia agricola, che va oltre il singolo bulbo, o la singola pianta, ma diventa un patrimonio di tradizione e cultura che necessita impegno e passione.