Il consigliere regionale della Liguria Sergio Rossetti da oggi non farà più parte del Partito Democratico.
«Oggi si conclude la mia esperienza di dirigente del PD – spiega iRossetti – Una scelta meditata, sofferta, ma ormai inevitabile. Dopo tanti anni di militanza constato che il tentativo di fare sintesi dei riformismi liberali, socialisti, popolari, comunisti si è esaurito. Si volevano mettere insieme famiglie politiche diverse, ma il processo si è bloccato da tempo e, dopo le scissioni, si è imboccata la direzione della polarizzazione a sinistra.
Il successo alle primarie di Elly Schlein è l’esito di un percorso che via via si è sviluppato dentro e fuori il partito che da partito di Centro Sinistra si è trasformato in un partito senza il centro. Una radicalizzazione della posizione che considero legittima, che è profonda e che non condivido. Spesso il segretario nazionale ha caratterizzato l’identità del partito (Bersani, Renzi, Zingaretti), ora il cambiamento è strutturale e si è affermato con la modifica del Manifesto di Veltroni del 2007.
Anche in Liguria, negli ultimi tre anni, a esclusione del Comune di Savona, il partito ha caratterizzato ogni sua scelta all’insegna della negazione dei processi riformisti e di governo degli anni precedenti, scegliendo alleanze e rappresentanti che hanno rigorosamente confermato questa direzione. Mi sento dunque in una casa diversa da quella che volevamo costruire e nel rispetto della comunità del partito, ma anche dei principi e dei valori che mi hanno spinto a impegnarmi nella pubblica amministrazione e in politica, ho dato le dimissioni dal Partito e dal Gruppo Consiliare del PD – Art. 1.
Insieme ad altri dirigenti genovesi del PD abbiamo aderito – con entusiasmo e coraggio – ad “Azione” di Carlo Calenda, allo scopo di dare un contributo collettivo a questa giovane forza politica che si dichiara antifascista ed è fortemente impegnata a sviluppare una concreta progettualità che unisca tutti i riformismi alternativi al populismo e alle destre e tenga il punto sulle grandi questioni sociali ed economiche del paese.
In Azione continuerò l’opposizione rigorosa e costruttiva al Centro Destra Regionale guidato dal presidente Toti, di cui diamo un giudizio negativo, e come sempre sarò in prima fila nell’affrontare i problemi della maggioranza delle persone, quelli che vivono sulla propria pelle la crisi del mondo del lavoro, che soffrono la crisi della sanità, che vorrebbero una scuola e un sistema formativo più forte, che subiscono la drammatica situazione idrogeologica in cui versa il nostro territorio, che sperano in un processo di sviluppo economico che faccia crescere il benessere delle proprie famiglie salvaguardando l’ambiente e a far tornare le persone a vedere orizzonti migliori per la loro vita.
Nelle prossime settimane apriremo, insieme ai tanti amici e alle tante amiche con cui abbiamo condiviso questa scelta e con chi è già impegnato in Azione, una nuova stagione di ascolto e di accoglienza degli elettori e delle elettrici e dei mondi del sociale, dell’economia e della cultura che non trovano riferimenti e rappresentanza nelle destre e nella sinistra».