I responsabili della Polizia di Stato di Catania stamane hanno riferito di avere eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di diversi cittadini stranieri (di cittadinanza guineana e ivoriana), alcuni dei quali gia’ in carcere, responsabili di tratta di esseri umani.
Il provvedimento e’ stato eseguito dalla Squadra Mobile della Questura di Catania, con la collaborazione dell’omologo Ufficio di Genova, dove due degli indagati, gia’ sottoposti rispettivamente all’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria, sono stati tratti in arresto.
Dei 25 stranieri destinatari della precedente ordinanza di custodia cautelare eseguita il 3 agosto scorso (convenzionalmente denominata “Landaya’ bis”), di cui 18 ristretti in regime detentivo, sono attivamente ricercati altri 7 cittadini stranieri, che dovrebbero trovarsi all’estero, le cui informazioni sono state condivise a livello europeo.
I destinatari sono indiziati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, aggravata dall’aver agito in piu’ di dieci persone e dei reati-fine di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina pluriaggravati dall’avere agito in piu’ di tre persone in concorso tra loro, di avere commesso il fatto al fine di trarne profitto anche indiretto e dalla transnazionalita’.
Le indagini erano sfociate nell’emissione del decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura etnea ed eseguito il 19 aprile scorso in diverse parti d’Italia.
Le indagini sono scaturite dalla vicenda relativa a una minore straniera non accompagnata giunta il 25 gennaio 2021 all porto di Augusta, collocata in una struttura sita nel catanese, ma fermamente intenzionata a raggiungere la Francia seguendo le indicazioni avute in Libia da una donna che l’aveva avvicinata mentre si trovava in attesa di imbarco e che le si era presentata come sorella di uno degli indagati che, in Italia, si era occupato di far completare il lungo viaggio dal paese di origine sino alla Francia passando per l’Italia e del quale forniva il contatto telefonico.
La minore, giunta in Italia e collocata in struttura per minori stranieri non accompagnati, se ne era allontanata affidandosi alle cure dell’uomo indicatole in Libia e grazie all’operato di questo ultimo e di altri indagati, era riuscita a fuggire per tre volte dalle comunita’ in cui veniva ospitata sino a raggiungere il territorio francese.
L’impegno investigativo dedicato alla vicenda di questa minore ha quindi permesso di focalizzare l’attenzione su alcuni africani di cittadinanza guineana e ivoriana coinvolti nel trasferimento in Francia della ragazza.
Partendo da loro, ha consentito di individuare un sodalizio criminale di matrice straniera, a carattere transnazionale, formato da piu’ cellule operative in Africa (Libia, Guinea, Costa d’Avorio, Tunisia e Marocco), in Italia (a Genova, Torino, Asti, Cuneo e Ventimiglia) e in Francia, dedito al reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in favore di una clientela (donne, uomini, bambini e addirittura neonati) che, dietro pagamento di somme di danaro, variabili da almeno 200 euro per il solo passaggio dei confini sino a 1.200 euro circa per fasi di viaggio piu’ ampie, si affidava ad esso perche’ specializzato nella “gestione” dei viaggi per raggiungere altri Paesi dell’Unione Europea, in particolare in sconfinamenti verso la Francia.