“La decisione annunciata oggi dal nuovo primo ministro slovacco Robert Fico di non inviare più armi al regime di Kiev non cambia certo il corso del conflitto, ma ha un significato simbolico: dopo Viktor Orbàn ora è pure Fico a dire di no.
Si tratta certo di piccoli Stati dell’Unione europea, ma stanno a significare che si può far parte della UE senza per questo continuare in questa continua politica favorevole all’invio di armi all’Ucraina, in un contesto peraltro aggravato dal conflitto in Medio Oriente.
Gli Stati Uniti dei democratici di Joe Biden, invece, gettano benzina sul fuoco dappertutto”.
Lo ha dichiarato il prof. genovese Paolo Becchi, che da sempre, dopo che l’Ucraina non ha rispettato gli accordi di Minsk sul Donbass, si è schierato contro le sanzioni alla Russia e l’invio delle armi al regime nazionalista di Kiev.
Il premier Robert Fico ha spiegato ai parlamentari slovacchi che il Paese “non fornira’ piu’ armi all’Ucraina” confermando le promesse fatte durante la campagna elettorale, ma “continuera’ a fornire aiuti umanitari agli ucraini”.
“L’immediata sospensione delle operazioni militari – ha aggiunto Fico – e’ la migliore soluzione che abbiamo per l’Ucraina. La UE dovrebbe trasformarsi da fornitore di armi in pacificatore”.
Il premier slovacco, che giovedi’ partecipera’ al vertice UE di Bruxelles, ha anche espresso opposizione alle sanzioni contro la Russia: “Non votero’ a favore delle sanzioni contro la Russia finche’ non vedremo l’analisi del loro impatto sulla Slovacchia. Se dovessero esserci sanzioni che ci danneggeranno, come e’ avvenuto per la maggior parte delle sanzioni, non vedo alcun motivo per sostenerle. Occorrono colloqui di pace poiche’ ulteriori omicidi non aiuteranno nessuno”.
“La decisione della Slovacchia di interrompere l’invio di armi all’Ucraina difficilmente cambierà le sorti del conflitto, data la quota minima del Paese nelle forniture di armi occidentali all’Ucraina” ha precisato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, come riportato dall’agenzia Ria Novosti.
“La Slovacchia – ha sottolineato Peskov – non ha avuto una quota così ampia nella fornitura di armi all’Ucraina, quindi è improbabile che ciò influisca sull’intero processo. Sono gli Stati Uniti il principale motore di questo processo, non Kiev. Quindi, ovviamente, più a lungo gli Stati Uniti continueranno a gettare benzina sul fuoco con le loro azioni e il loro coinvolgimento diretto in questo conflitto, più a lungo tutto andrà avanti”.