Il titolare di un cantiere nautico e un diportista savonesi sono stati rinviati a giudizio dal gip di Savona per il reato di naufragio o sommersione di nave.
Secondo l’accusa, i due avrebbero volontariamente affondato una imbarcazione da diporto di circa nove metri che per lo stato d’uso e la vetustà era destinata alla demolizione e al successivo smaltimento come rifiuto speciale.
L’attività di polizia giudiziaria svolta dal personale della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Savona si è iniziata a gennaio scorso, dopo la segnalazione di un passante che aveva avvistato in mare davanti al Comune di Albisola Superiore una imbarcazione semiaffondata.
L’allarme ha visto in un primo momento l’attivazione del dispositivo di ricerca e soccorso al fine di recuperare eventuali naufraghi.
Gl uomini della Guardia Costiera hanno visto lo stato dell’imbarcazione (un semicabinato privo di motori e arredi) e, scongiurata la presenza di naufraghi, hanno ipotizzato che l’affondamento non fosse conseguenza di un incidente.
Essendo il relitto pericoloso per la navigazione, è stato recuperato trasferendolo nel Porto di Savona, dove gli investigatori della Guardia Costiera hanno notato la presenza di numerosi fori sullo scafo effettuati con un trapano.
Immediata l’informativa alla Procura di Savona che ha ipotizzato a carico di ignoti il reato di naufragio o sommersione di nave.
Dopo complesse indagini e con l’acquisizione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza, è stato accertato che nella serata precedente il ritrovamento, all’imbrunire, una barca a vela in uscita dal Porto di Savona aveva rimorchiato la barca in questione in mare aperto per poi rientrare da sola al proprio ormeggio qualche ora dopo.
Rintracciati i proprietari della barca a vela, sono stati identificati come autori del reato il titolare di un cantiere nautico e il diportista proprietario del natante autore del rimorchio.