Nell’anno del centenario della nascita e di Genova capitale italiana del libro, Fondazione Luzzati Teatro della Tosse rende omaggio ad Italo Calvino con una nuova grande produzione in prima nazionale ispirata alla sua celebre trilogia.
Dal 16 al 26 novembre lo spettacolo coinvolgerà tutte le sale del Teatro di Sant’Agostino.
Nato da un’idea di Laura Sicignano, il progetto testimonia un legame profondo con uno scrittore che ha creduto nella grande “funzione sociale” del divertimento ed il cui immaginario, sospeso tra fiaba e realtà, tante suggestioni ha offerto al lavoro della Tosse, a partire dal fecondo rapporto, artistico e personale, con Emanuele Luzzati, fino alla realizzazione de il Mistero dei Tarocchi di Tonino Conte, che fu ispirato da“ Il castello dei destini incrociati e “ La taverna dei destini incrociati”.
Lo spettacolo è condotto da tre registi, tre modi diversi di fare teatro, tre drammaturgie originali per creare un gioco immersivo, di prossimità tra spettatore ed interpreti; una rappresentazione per piccoli gruppi di spettatori, che porterà ancora negli spazi teatrali l’esperienza di quel “teatro fuori dal teatro”, caratteristica della Tosse.
Se “è solo scrivendo che ogni cosa va al suo posto” come scriveva Calvino, il trittico calviniano è una composizione teatrale a piu’ voci che, partendo da storie inverosimili, ambientate in epoche lontane e paesi immaginari, ricostruisce, tra i diversi spazi del teatro come tra le diverse età della vita, un ritratto attualissimo del Calvino uomo e scrittore, della sua intimità, della sua storia personale ed intellettuale, del suo rapporto con il mondo e con le parole, che molto hanno ancora da raccontare delle nostre inquietudini.
Un guardiano /albero apre il percorso dando il via alle storie, ricordandoci a gran voce come tutti gli uomini siano collegati tra loro, parte di una comunità senza tempo che, attraversando le epoche, ci rende inevitabilmente “antenati” gli uni degli altri.
Da qui parte il viaggio nelle vicende del visconte dimezzato, l’uomo moderno spaccato dalle sue contraddizioni: un inno all’incompletezza e alla gioventu’, a quel tempo della vita, presto perduto, in cui tutti si è fragili e forti, entusiasti e inadeguati, buoni quanto spietati.
Si arriva poi tra le pagine del Cavaliere inesistente, in una dimensione onirica in cui Calvino in persona sembra apparire e scomparire, tra le immagini e le parole, a raccontare il suo rapporto appassionato con la scrittura, unico mezzo per attraversare il mistero e la meraviglia del mondo. A chiudere il percorso i grandi alberi del barone rampante, il nobile ribelle e solitario, l’intellettuale che fa la “sua rivoluzione” dall’alto.
In un totale cambio di prospettiva, l’umana ricerca di un equilibrio tra la propria coscienza e il corso della storia, la saggezza di una disciplina che rende capaci di dare il proprio contributo, la regola che, se raggiunta, ci permette di trovare il nostro posto nel mondo.
“Italo Calvino, l’intellettuale rifugiato come Il Barone Rampante sulle cime degli alberi ad osservare da certa distanza l’uomo contemporaneo: un uomo che è Visconte Dimezzato, scisso fra giusto e sbagliato, fra una parte e l’altra della barricata, alla ricerca di un equilibrio, precario ma l’unico possibile; un uomo che è Cavaliere Inesistente, con tanti dogmi e certezza, ma nessuna umanità. Una trilogia degli Antenati in cui gli antenati siamo noi, donne e uomini di oggi”. Così commenta Emanuele Conte, Presidente Fondazione Luzzati. ELI/P.
I NOSTRI ANTENATI, trittico calviniano in prima nazionale, produzione Fondazione Luzzati Teatro della Tosse, tutte le sale.
Spettatori a numero chiuso da martedì a venerdì, ingressi h. 19.30, h. 20.30, sabato e domenica ingressi h.18.30, h. 19.30, lunedì chiuso.