Genovese, italiano, musulmano, diplomatico, presidente della European Muslim League, cioè Lega dei Musulmani Europei, ed ora anche nell’Ufficio di Presidenza del Parlamento Internazionale per la Sicurezza e la Pace (Organizzazione Mondiale degli Stati IPS-WOS. www.ipsp-wos.org www.wostates.eu).
Tutto ciò è Alfredo Maiolese, appartenente con cuore e convinzione a quel mondo dinamico, grande, affascinante ma anche contraddittorio e complesso e non scevro da eccessi che è l’Islam, almeno nell’accezione comune.
Tema delicato, religioso ma anche politicamente non facile; ponte e muro nel pensare comune, ma forse visto solo in maniera superficiale e nei suoi aspetti più clamorosi che tuttavia riteniamo minoritari.
Dopodichè il dibattito è aperto. Ma se vogliano parlarne in maniera consona, obiettiva e reale, ecco un dialogo aperto e schietto con l’ambasciatore Maiolese, che si è sempre speso per una fratellanza vera tra le genti.
Il Parlamento Internazionale per la Sicurezza e la Pace – Organizzazione Mondiale degli Stati, spiega Maiolese, è “un’organizzazione intergovernativa di Stati creata il 15 dicembre 1975 con delegazioni in molti paesi con lo scopo di fornire assistenza morale, politica, diplomatica, culturale, religiosa e sociale alle popolazioni, ai governi, i loro popoli e le rispettive istituzioni”.
Un impegno quanto mai adatto al personaggio, iconico per il grande impegno che profonde al dialogo interreligioso e quello che definisce “diffusione dei sani valori della religione islamica, combattendo i fanatismi ed estremisti e sostenendo incontri diplomatici e la diffusione di concetti legati alla pace ed all’armonia per una crescita sociale”.
Molti gli eventi in tal senso che ha organizzato di tantissimi tipi, compresi corsi formativi per noi giornalisti che lo hanno messo allo stesso tavolo di cattolici ed ebrei, in una lectio sulle religioni monoteiste.
Il timore di molti e l’impressione di parte del mondo occidentale è che si tratti di una guerra di religione. E’ vero?
Tutt’altro; direi essere una guerra economica e guai a sostenere la tesi di musulmani contro ebrei, o musulmani contro cristiani o teorie sullo scontro di civiltà. Le religioni sono strumento di pace e di amore e non devono essere strumentalizzate. In effetti proprio alcuni mesi fa abbiamo presentato con una organizzazione inglese, al Consiglio di Europa, un testo molto importante, il quale, prevede il bando dell’uso politico della religione.
Tuttavia il confronto appare feroce; ha avuto aspetti brutali ed orribili. E’ pensiero comune auspicarne la fine, ma è obiettivamente possibile trovare una soluzione?
Visto il livello di conflittualità che si è accresciuto per decenni credo che le due parti non possano sopraggiungere ad una pace giusta e duratura; troppo sangue si è versato da entrambe le parti e la stratificazione di odio ed acredine ha raggiunto livelli tali, che entrambi desiderano la distruzione dell’altro. Constatiamo, purtroppo, il silenzio di molti stati e nessuno ha ancora preso una seria decisione per fermare l’escalation del conflitto.
Però occorre che si fermi e sia ponga fine ad un conflitto ogni giorno più cruento….
A nostro avviso e parlo a nome dell’IPSP WOS (vedi sopra ndr), nell’immediato, rimane quella del celere cessate il fuoco, l’apertura di corridoi umanitari, sostenendo la popolazione civile con medicinali ed aiuti alimentari. Nel lungo periodo suggeriamo che gli Stati appartenenti al Consiglio di Sicurezza, insieme ad altre istituzioni internazionali, presentino un preciso programma che determinerà la creazione di due stati e due popoli. Lo Stato Israeliano vicino al nuovo Stato Palestinese.
Due Stati che riescano però a convivere. Sarà possibile, visto ciò che accade, che ciascuno poi sappia restare nei propri confini senza che si manifestino eventuali estremisti o terroristi?
Il pericolo che potenziali nemici della pace possano intervenire per riaccendere le ostilità potrebbe esistere, pertanto, credo sarebbe necessario creare un interstizio dove soldati appartenenti agli Stati della Lega araba possano fare da divisore e controllore.
E cosa fare di quella città dai mille simboli e quasi centro del mondo che è Gerusalemme, ricca di significati per tutte le religioni e della quale tutti si contendono il controllo?
Gerusalemme città ricca di fascino e storia, meriterebbe un po’ di pace dopo secoli di guerre e vessazioni ed incontro con favore la soluzione di un’amministrazione sotto l’egida delle Nazioni Unite e del Parlamento Internazionale per la Sicurezza e la Pace, che potrebbero essere da mediatori e vigilanti disinteressati, per l’interesse di tutte le parti.
La domanda a questo punto è quasi d’obbligo ed è interrogativo che si pone la maggioranza delle persone. C’è pericolo reale di estensione del conflitto?
Non è facile rispondere perché vi sono in corso, troppe trasformazioni. Da una parte si spinge per riottenere i cittadini israeliani sequestrati; dall’altra si richiede uno scambio di prigionieri, la fine dei bombardamenti e l’invio di aiuti. A bordo campo alcuni stati lanciano minacce e rivendicazioni. Nelle ultime ore, ci sono ottimi segnali, di un’evoluzione di proposte che ci auguriamo siano accettate dalle due fazioni.
Maiolese, uomo di pace e fratellanza ma anche dalla posizione convinta e ben definita di musulmano, pensa che ci siano ragioni politiche alla base ed all’origine del conflitto?
Sappiamo che in queste zone vi sono molteplici interessi non solo economici, ma soprattutto politici. Alcuni stati si scontrano tramite altri gruppi ed in altri territori, cercando di contendersi una supremazia geo-politica in medio-oriente. Inoltre, non dimentichiamo che si era arrivati “agli accordi di Abramo” per i quali, alcuni paesi arabi, avrebbero normalizzato i rapporti diplomatici con Israele, dando inizio ad una nuova era. Tale iniziativa è stata per ora congelata. La pace in Medio Oriente, area ricca di risorse, gas e petrolio, porterebbe ad una stabilità mondiale che a quanto pare non tutti vogliono. Troppo sangue è stato versato e ci auguriamo che questa immane tragedia umana, finisca presto.
Dino Frambati