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Violenze, Regione Liguria: corso autodifesa gratis per donne

Albisola
Autodifesa (foto di repertorio fb)

Genova, 20 novembre. Aggressioni e violenze sessuali per strada. Prove gratuite di diverse discipline di autodifesa personale per le donne organizzato da Regione Liguria sabato 25 novembre in piazza De Ferrari a Genova, ma scoppiano le polemiche politiche fra maggioranza di centrodestra e minoranza di centrosinistra.

“Il significato dell’evento che Regione Liguria promuove in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – ha spiegato stasera l’assessora regionale alle Pari opportunità Simona Ferro – è stato completamente stravolto dalla minoranza, che non ha esitato a strumentalizzare, in maniera francamente inopportuna, una piccola anticipazione diffusa in queste ore.

Le prove gratuite di autodifesa che si terranno sabato pomeriggio in piazza De Ferrari, infatti, rappresentano solo una parte di una serie di iniziative che affrontano il dramma.

Il programma dell’evento sarà diffuso nelle prossime ore e vedrà la partecipazione dei centri antiviolenza, chiamati a illustrare i risultati ottenuti in questi anni e anche le principali criticità, nell’ottica di un percorso di dialogo e condivisione degli obiettivi.

Illustreremo poi i risultati dei laboratori sulle pari opportunità che Regione Liguria ha promosso nelle scuole, nello sport e a teatro. Sarà presentato un importante convegno sulla violenza economica che si terrà proprio a Genova il prossimo 29 novembre. Infine ci saranno le prove gratuite di autodifesa: chi conosce queste discipline sa bene che non vanno intese come una mera risposta fisica a un atto di violenza. La pratica dell’autodifesa viene promossa da Regione Liguria non solo come un metodo efficace per difendersi materialmente da un’aggressione, ma soprattutto come un importante strumento per aumentare l’autostima, la consapevolezza, la proattività e l’integrità psicofisica di chi le pratica.

Apriremo quattro nuovi centri per uomini autori di violenza e lavoreremo per dare sempre più strumenti e risorse ai centri antiviolenza, oltre a continuare a promuovere la cultura del rispetto e delle pari opportunità a partire dai banchi di scuola”.

“Non sono le donne a doversi difendere. Sono gli uomini a non doverle uccidere. Il corso di autodifesa organizzato da Regione Liguria – hanno attaccato oggi gli attivisti del collettivo Generazione P – in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, il 25 novembre, è l’ennesima dimostrazione che la Regione Liguria del governatore Giovanni Toti non ha capito nulla del problema. Non abbiamo bisogno di questa ipocrisia. Serve sicurezza nel rispetto, non nella paura. Così si delega alle donne il compito della propria sicurezza e quasi si attribuisce loro anche la responsabilità del fenomeno”.

Alcuni esponenti della Lista Sansa e della Lista Rossoverde hanno annunciato la presentazione di una mozione in consiglio regionale e comunale e in alcuni consigli municipali.

La mozione, hanno spiegato Selena Candia, Francesca Ghio, Francesca Coppola, Sara Tassara e Lorenzo Garzarelli, chiederà “educazione all’affettività obbligatoria nelle scuole, più soldi ai centri antiviolenza, un lavoro di cura condiviso, uno stato sociale che ci aiuti per davvero e stipendi in linea con quegli degli uomini, perché l’indipendenza delle donne passa anche dall’indipendenza economica.

Regione Liguria per adesso non ha mai considerato queste proposte e si è limitata a trasferire le (poche) risorse statali previste per consultori e centri antiviolenza, senza prevedere investimenti extra”.

Anche il segretario regionale del Pd ligure, Davide Natale, ha attaccato l’iniziativa a favore delle donne lanciata da Regione Liguria.

“Pensare che le discipline di autodifesa – ha dichiarato Natale – siano la soluzione per sfuggire o salvarsi da un uomo violento, significa caricare ancora una volta solo sulle spalle della donna la tutela della sua vita, che non passa da un gioco di forza, ma dal riconoscimento di diritti e dall’eliminazione di stereotipi e pregiudizi di genere”.

Il consigliere regionale e segretario ligure del Pd ligure ha chiesto, piuttosto, che Regione Liguria “presenti un progetto di educazione all’affettività con personale qualificato, che coinvolga non solo le scuole, ma anche i luoghi di aggregazione, Arci, Acli, parrocchie, luoghi di lavoro, per raggiungere i giovani e anche le famiglie, e crescere uomini liberi, in grado di vedere nella donna una compagna, non una rivale né una sua proprietà.

La violenza crescente contro le donne è preoccupante e richiede un cambio di mentalità, sembra essere arretrati di decenni.

Le discipline di autodifesa si lascino alle dispute sportive. Con questa proposta, Regione Liguria svilisce il problema della violenza contro le donne, che è diventato un dramma e una piaga della nostra società non più accettabile”.