Primo trapianto di rene da donatore vivente con tecnica robotica in Liguria. E’ successo mercoledì scorso al Centro trapianti del policlinico San Martino di Genova.
Il donatore e il ricevente, padre e figlio rispettivamente di 64 e 40 anni, stanno bene: il ricevente è tornato alla piena ripresa della diuresi.
Il ricevente era in dialisi peritoneale da un anno per una nefropatia che gli era stata diagnosticata in età pediatrica ed era stata trattata dall’ospedale Gaslini di Genova Quarto.
L’anno scorso per il 40enne è subentrata l’insufficienza renale e, quindi, la necessità della dialisi.
“La donazione di rene da vivente rappresenta un atto di solidarietà straordinario nei confronti di un congiunto – hanno sottolineato il governatore ligure Giovanni Toti e l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola – significa privarsi di un organo perfettamente funzionante allo scopo di garantire a un proprio caro la possibilità di tornare alla normalità, a evitare o a uscire dal percorso di dialisi”.
Per questo, aggiungono, “è necessario porre in essere tutto quanto la tecnologia possa garantire per di minimizzare l’impatto chirurgico sul donatore e l’utilizzo della tecnica chirurgica robot assistita va in questa direzione, permettendo tempi di recupero straordinariamente più brevi rispetto all’approccio chirurgico tradizionale, a cielo aperto”.
Il primo trapianto di rene da donatore vivente con tecnica robotica in Liguria arriva alla vigilia della riunione tecnico scientifica del Nitp 2023 – Nord Italia Transplant, la prima organizzazione di coordinamento del prelievo e trapianto di organi e tessuti nel territorio nazionale, che si svolgerà al Centro congressi dell’ospedale San Martino lunedì e martedì prossimi.
“Questa tecnica permette di allineare il nostro Centro con tutti i Centri italiani – hanno spiegato il direttore generale del San Martino Marco Damonte Prioli e il direttore sanitario Gianni Orengo – questo allineamento permetterà, in caso di incompatibilità di organo tra ricevente e donatore, di scambiare con eventuali altre copie di altri centri i due reni e garantire comunque i benefici della donazione da vivente, in quanto le due tecniche di prelievo sono omogenee”.
I vertici del San Martino ricordano, inoltre, che “la collaborazione con il Niguarda ha permesso alla nostra Chirurgia dei trapianti di riprendere già da tre anni l’attività di trapianto di fegato e di rene con ottimi risultati. I passaggi successivi prevedono la ripresa del trapianto combinato di rene e di pancreas e l’avvio del trapianto di insule pancreatiche, in collaborazione con Diabetologia”.
Il Centro trapianti del San Martino dalla sua nascita ha realizzato oltre 2.300 trapianti di rene e 950 di fegato.