SAVONA – Il Futurismo al Sud è il tema centrale della bella mostra intitolata: “Futurismo italiano. Il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del Movimento” in corso di svolgimento a Matera che in questo modo si sta dimostrando, anche durante il periodo delle feste di fine anno, una città davvero molto viva dal punto di vista culturale.
Un gruppo di appassionati d’ Arte del Ponente savonese ha visitato la mostra, curata da Massimo Duranti ed ideata dalla direttrice del Museo Nazionale di Matera Annamaria Mauro, con Daniele Ferraro.
“Offriamo una rilettura del ruolo avuto dal mezzogiorno -spiega la direttrice Mauro- nella diffusione ed elaborazione del Movimento, un luogo animato non solo dai futuristi natie vissuti nel mezzogiorno, ma anche dai futuristi italiani che parteciparono agli eventi ed alle manifestazioni svoltesi nel meridione”.
La mostra è stata visitata da migliaia di appassionati provenienti da tutto il mondo.
“Sono tanti i nomi illustri del Futurismo da Roma fino alla Sicilia presenti in questa interessante mostra- ci spiega il noto scrittore, collezionista ed esperto d’arte Armando D’amaro- Alcuni di loro sono grandi artisti che sono però rimasti legati soprattutto al comprensorio nel quale operavano- Sono autori notevoli come Vittorio Corona, Giulia D’Anna, Pippo Rizzo, Emilio Notte, Antonio Dilena, Francesco e Pasqualino Cangiullo, Cocchia, Buccafusca, Lepore e Maino. La mostra a Palazzo Lanfranchi è una occasione imperdibile per ammirare più di cento opere fra sculture, disegni e dipinti, realizzate da tanti artisti che operarono nell’ambito del Futurismo, in particolare per quanto riguarda l’aeropittura e l’arte dinamica o cinetica”.
Le opere in mostra sono arrivate da tutta Italia, permettendo così ai visitatori di incontrare non solo gli artisti futuristi nati e vissuti nel Mezzogiorno, ma anche quelli più noti come Boccioni, Balla, Severini, Carrà, Prampolini, Depero e Dottori.
Grande spazio viene dato alla aeropittura; sono presenti opere di numerosi futuristi le cui peculiarità furono declinate da Marinetti stesso nel 1939 che li suddivise in queste categorie: Prampolini e Crali nella “Aeropittura stratosferica cosmica biochimica”; Fillia e Diulgheroff nell’ “Aeropittura essenziale, mistica ascensionale simbolica”; Dottori, Benedetta, Bruschetti, Peruzzi, Tano e Angelucci in quella trasfiguratrice lirica spaziale; Tato nella “sintetica e documentaria”. Spazio è stato dato anche a Joseph Stella nativo di Muro Lucano, ma trasferitosi a soli 19 anni negli Stati Uniti: fu definito il primo futurista d’America.
CLAUDIO ALMANZI