“Le colpe per la situazione in cui versa il settore dell’acciaio italiano sono da cercare anche a Bruxelles.
In queste giornate in cui il dibattito politico è molto intenso e conflittuale sul ruolo e la presenza di grandi gruppi industriali extraeuropei nel nostro Paese, al di là dell’importante ruolo delle istituzioni nazionali e dell’impegno profuso dal Governo che confidiamo possa riuscire a difendere le produzioni del nostro Paese, nel trattare questo argomento vanno necessariamente ricordate le gravi responsabilità dell’UE.
La Commissione europea in questi anni non ha messo in atto quelle politiche che avrebbero potuto aiutare non solo la filiera dell’acciaio, ma tutte le aziende che necessitano di produzioni di qualità, ad avere approvvigionamenti adeguati per tutto il settore manifatturiero e si è sempre rifiutata di limitare l’export di un materiale prezioso come il rottame di ferro che esportiamo dall’Italia verso la Turchia per ricomprarlo a prezzo maggiorato, indirettamente favorendo i nostri competitor.
Ha ragione chi, dal comparto, fa notare che la situazione attuale è figlia delle politiche sbagliate Ue e di una strategia che ha eliminato le quote gratuite di Co2: ancora una volta, servirebbe anteporre la concretezza all’ideologia.
E ci vorrebbe un netto cambio di rotta a Bruxelles, con un’Europa capace di intervenire a difesa della capacità produttiva del continente, cosa che è drammaticamente mancata in tutti questi anni”.
Lo ha dichiarato ieri l’eurodeputato genovese Marco Campomenosi, capo delegazione della Lega al Parlamento Europeo.