“Prendo atto, con favore, che L’assessore regionale allo Sviluppo economico e alla Sicurezza di Regione Liguria Alessio Piana ha condiviso con il governo, in un incontro in videoconferenza con il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, la necessità di traguardare un nuovo carcere a Savona. Credo sia ora, però, di passare dalle parole ai fatti”. Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, commentando l’incontro dell’assessore di Regione Liguria con il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari.
“Dicemmo allora, ed avevamo ragione – prosegue Capece – che chiudere il carcere S. Agostino di Savona sarebbe stato un grave errore, che avrebbe scontentato tutti – poliziotti, detenuti, familiari – e avrebbe penalizzato il territorio savonese. Si sarebbe potuto chiudere il S. Agostino se e quando fosse stata disponibile una nuova struttura detentiva, di almeno 300 posti letto, per la quale da tempo sembrava e sembra esserci la volontà di individuarla in un’area della Valbormida.
Ma chiudere il S. Agostino così, dall’oggi al domani, come decise l’allora Ministro della Giustizia Andrea Orlando (un ligure!), senza alcun confronto con il SAPPE e con gli altri sindacati, senza alcuna garanzia e certezza per poliziotti e detenuti, è stato un grave errore. E questo Orlando lo deve ammettere”.
“Altro che trattamento rieducativo del reo come prevede la Costituzione”, spiega Capece: “chiudere un carcere come Savona ha voluto dire interrompere ogni attività finalizzata proprio alla rieducazione del reo. Che senso ha avuto chiudere un carcere senza prima averne una nuova struttura detentiva, operativa, sul territorio savonese? Che senso ha avuto spendere milioni di euro per la ristrutturazione della struttura di S. Agostino se poi si è deciso di chiuderla? Altro che territorialità della pena: così facendo si sono trasferiti i detenuti un po’ in tutta la Regione ed in tutta Italia con gravi disagi anche per i familiari dei ristretti stessi, che dovranno macinare chilometri per raggiungere e fare visita ai proprio cari. E deportati sono stati anche gli Agenti di Polizia Penitenziaria, che dall’oggi al domani si sono trovati senza più la sede di servizio”.
“Credo che la città di Savona e il suo territorio non possano più aspettare l’edificazione di un nuovo carcere: Savona, sede di Tribunale, è l’unica provincia in Italia a non avere un istituto di pena – alla faccia delle promesse dei vari politici, della territorialità della pena ma soprattutto della Costituzione – e per questo, ricordando che il Sindacato che mi onoro di rappresentare ha più volte inteso sollecitare in tal senso il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, i Sottosegretari Delmasto e Ostellari, il Capo DAP Russo evidenziando quanto sia prioritario accelerare le procedure amministrative”, conclude Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, che, nell’apprezzare “l’impegno della Regione Liguria per favorire la costruzione di un nuovo carcere nel Savonese” ritiene però essere giunta l’ora che “dalle parole si passi ai fatti concreti”.