È stata dissequestrata ieri la Casa maternità Le Maree, nel quartiere Foce di Genova, chiusa dai carabinieri del Nas la settimana scorsa.
Il pubblico ministero ha accolto l’istanza degli avvocati Francesca Pastore e Alessandro Vaccaro e fatto togliere i sigilli.
Nella struttura, che si occupa di aiutare le coppie nella fase della gravidanza e nel momento del parto che non avviene in ospedale, al momento non si potrà però partorire.
Il provvedimento di sequestro era legato alla mancanza di autorizzazioni del Comune di Genova e di Regione Liguria.
La Procura contesta anche le lesioni colpose su nove neonati.
Sono indagate quattro ostetriche che hanno fondato e lavorano nella struttura. L’inchiesta era stata in un primo momento archiviata e poi riaperta dopo una nuova informativa dei carabinieri del Nas.
In pratica, secondo gli investigatori, le case o istituti di cura e di assistenza ostetrica o per gestanti non possono essere aperta in assenza di speciale autorizzazione.
Tale autorizzazione, si legge nel decreto di convalida del sequestro, “non può essere concessa in Liguria la cui legge sanitaria non prevede, tra le strutture sanitarie che possono operare al di fuori degli ospedali e delle cliniche private, le cosiddette case maternità”.
Il problema riguarderebbe la degenza post-parto per madri e neonati.
Viene contestata anche la ricettazione perché sarebbero stati trovati dei farmaci ad uso ospedaliero, alcuni scaduti e in cattivo stato di conservazione.
Per quanto riguarda le lesioni colpose (nove neonati che sono stati trasferiti al Gaslini dopo il parto) sono in corso accertamenti per capire se vi sia un nesso tra i parti avvenuti nelle struttura, le carenze igienico sanitarie riscontrate, e le lesioni stesse.
Per gli inquirenti la mancanza di autorizzazioni “implica l’impossibilità da parte degli organi di controllo di esercitare qualsivoglia attività di vigilanza perché non avrebbero alcun titolo per farvi accesso”.