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Non credo in niente: opera prima di Marzullo al cinema America

“Non credo in niente”, opera prima di Alessandro Marzullo al cinema America, un film girato in tredici notti

Al cinema America di Genova un film girato in tredici notti

È “Non credo in niente”, opera prima di Alessandro Marzullo che martedì 26 marzo 2024 alle ore 21 lo presenterà al cinema America di Genova (via Colombo 11, tel. 010 4559703), introdotto dai ragazzi di Corto Circuito.

Presentato alla 59ª Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, è interpretato da Demetra Bellina, Giuseppe Cristiano, Renata Malinconico, Mario Russo, Lorenzo Lazzarini, Gabriel Montesi, Antonio Orlando, Jun Ichikawa.

È un film indipendente, girato in pellicola super16 mm. «Con questo film – ha dichiarato il regista – volevo esplorare il disagio e la frustrazione che vivono i ragazzi di oggi del mondo occidentale contemporaneo, trasmettere le loro sensazioni, le loro paure. Volevo che lo spettatore fosse in grado di sentire e vedere questa “società liquida” di cui Zygmunt Bauman.

È un film che vive di contrasti, e che attraverso delle dissonanze musicali e un montaggio alternato cerca di restituire l’imprevedibilità della vita e del presente. La musica non è un commento sonoro, ma è il vero e proprio perno della struttura narrativa.

Le scene sono state scritte e filmate senza un ordine precostituito, così come mi venivano in mente. Quello che ho generato è un puzzle di frammenti senza forma, ma solo in apparenza, poiché questa è proprio una storia di sogni perduti, nella quale i personaggi non vanno da nessuna parte, finendo per rivoltarsi su loro stessi, in preda alla malinconia e all’ebbrezza della vita».

È un viaggio notturno nell’anima di quattro ragazzi alla soglia dei trent’anni che non vogliono rinunciare alle proprie passioni, nonostante il loro progetto di vita stia prendendo una direzione diversa da quella che speravano, sullo sfondo di una Roma deteriorata, tanto quanto le loro certezze. Un racconto frammentario, tessuto da relazioni superficiali, dove si alternano romanticismo e brutalità, dolcezza e sofferenza, musica e silenzio.

Una ragazza ricca di talenti artistici che si ritrova a fare la hostess di aerei; un aspirante attore taciturno che vaga in sella alla sua moto in cerca di sesso occasionale; una coppia di fidanzati musicisti, che si ritrova a lavorare in nero nella cucina di un ristorante.

Non si conoscono tra loro, ma vivono tutti la stessa situazione: la strada che avevano intrapreso li ha condotti in un vicolo cieco e si ritrovano alla soglia dei trent’anni senza prospettiva. Vivono in un profondo e costante disagio, nell’insoddisfazione, senza comprendere a fondo il motivo del loro malessere, rischiando così di abbandonarsi alla totale inazione o all’aggressività casuale.

È solo l’abitudine, come quella di una sosta al paninaro notturno, a rendere dolce il veleno. Durante una successione di notti senza fine, i protagonisti tenteranno di affrontare le proprie fragilità, assediati da una costante insicurezza esistenziale.