E’ stato rinviato al prossimo 15 maggio per eventuali repliche e per la lettura della sentenza il processo a carico di 15 tifosi ultrà del Genoa per le presunte estorsioni alla società.
I pm genovesi hanno chiesto 14 condanne a carico di altrettanti tifosi rossoblù. Le pene più alte sono state chieste per Massimo Leopizzi (8 anni) e Arthur Marashi (7 anni e 10 mesi).
Ieri sono terminate le arringhe degli avvocati degli imputati che hanno ribadito l’inesistenza dell’associazione per delinquere contestata dall’accusa e l’insussistenza delle prove.
L’avvocato Stefano Sambugaro, difensore di Leopizzi e di altri due imputati, ha parlato di “un’indagine costruita a tavolino che ha tirato in ballo tifosi che volevano soltanto il bene della squadra”.
Mauro Casu, difensore di Marashi, ha citato l’opera di Beckett ‘Aspettando Godot’ parlando di un “processo dell’assurdo”. E ha ricordato che “tutte le condotte contestate sono avvenute sotto l’occhio della Digos, cioè dei fratelli di quelli che hanno fatto le indagini e che sono stati chiamati a testimoniare in questo processo non dall’accusa ma da noi”.
L’avvocato Riccardo Lamonaca, che difende l’ex presidente dei club genoani Davide Traverso, ha parlato di “numerosi errori e omissioni” nell’indagine, condotta da chi “non aveva la minima conoscenza delle dinamiche dello stadio e del tifo”.