“Questa mattina ero a Napoli, ho saputo di questa cosa in automobile, non conosco gli atti e da garantista penso sempre alla presunzione di innocenza. Mi e’ sembrato di capire che si tratta pero’ di fatti che risalgono ad alcuni anni fa e che l’inchiesta non e’ nata oggi, ma tempo addietro.
Ho esercitato 40 anni da pubblico ministero e raramente ho chiesto provvedimenti di tutela cautelare dopo anni di indagini. Tenuto conto che il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove e la reiterazione del reato sono motivi per cui si puo’ arrestare e dopo tanti anni dall’evento che si e’ verificato e dalle indagini appare difficile che possano ancora sussistere.
Detto questo, non conoscendo gli atti, ribadisco la mia fiducia nella magistratura e nella presunzione di innocenza”.
E’ la sintesi di quanto ha riferito oggi il ministro della Giustizia Carlo Nordio all’agenzia Agi, commentando l’arresto ai domiciliari per corruzione del governatore ligure Giovanni Toti su presunti fatti risalenti al 2020-2021.
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Tra l’altro, la richiesta della Procura risulta del 27 dicembre e si è aspettato oltre quattro mesi per far scattare l’ordinanza cautelare, a poche settimane dalle elezioni europee e amministrative liguri, facendo nascere il legittimo dubbio che non sussistano davvero le esigenze degli arresti domiciliari per i pericoli di fuga, di reiterazione del reato o di inquinamento delle prove.
“Le mie perplessita’ – ha spiegato Nordio – non sono mai sul momento in cui scatta il provvedimento cautelare rispetto all’imminenza delle elezioni, anche perche’ in Italia si vota molto spesso.
Se ho delle perplessita’ tecniche riguardano una misura rispetto al tempo in cui e’ stato commesso il reato e si e’ iniziata l’indagine”.
Inoltre, oggi la commissione parlamentare Antimafia, presieduta da Chiara Colosimo (FdI) ha chiesto l’acquisizione degli atti dell’inchiesta della Dda genovese e della Guardia di Finanza, perché “non possono esserci tentennamenti su alcuni temi”.