“Il tema è Genova, ma in realtà il tema è l’intero Paese. Bisogna capire, lo si saprà solo quando usciranno tutte le intercettazioni, perché se è solamente legato ai fatti che leggiamo mi sembra abbastanza preoccupante, nel senso che nessuna impresa prenderà più un appalto pubblico, magari dopo essere stata a una cena elettorale.
Dall’altra parte c’è un problema di metodo, la prima cosa che emerge chiara, indipendentemente da come uno la pensi, è che l’attuale legge sul finanziamento ai partiti non va bene e va riscritta immediatamente, deve tornare il contributo pubblico o ci deve essere qualche forma di tutela di qualche tipo”.
Lo ha dichiarato stamane il viceministro genovese del Mit Edoardo Rixi (Lega) intervistato a 24 Mattino su Radio 24 (gruppo IlSole24ore).
“Noi – ha aggiunto Rixi – siamo passati da atti che risulterebbero secondo gli inquirenti già nulli o viziati nel 2020-2021, siamo nel 2024 e quindi tutti gli atti successivi oggi leggendo le interpretazioni vengono visti sotto una luce diversa, questo è il tema.
Anche cose che magari di per sé non avrebbero problemi rischiano a loro volta di essere viziate, quindi potrebbe esserci un effetto catena non solo sul porto ma su moltissimi appalti, anche sul retroporto di Alessandria per il Piemonte per esempio o altro.
Quello che passa è che si fanno le opere per ingraziarsi un imprenditore che ti dà 70mila euro, siamo all’inizio di un ‘cinema’ che durerà anni e che rischia di bloccare tutti i cantieri.
La nuova diga del Porto di Genova, sennò non l’avrei sostenuta, è assolutamente utile per evitare situazioni di monopolio e per rilanciare il sistema marittimo e portuale europeo non solo quello genovese o italiano. Oggi con la situazione che abbiamo in Ucraina abbiamo la necessità di rafforzare la nostra presenza nella marittimità.
Genova e il completamento del Terzo valico, il retroporto di Alessandria e le nuove banchine consentirebbe un aumento dei volumi importanti e consentirebbe al nostro Paese ma anche all’Europa di avere nuovi corridori da tenere aperti in qualsiasi condizione.
Poi c’è anche un secondo tema che si sottovaluta: ovvero se questo sia un attacco, come al solito, della magistratura o della politica a livello locale, o se ci sia qualcosa di molto più grosso e d’inquietante.
Quest’opera, come il ponte sullo Stretto di Messina, ha degli interessi che vanno oltre i politici locali ma anche i politici nazionali. Negli ultimi mesi c’è stata un’accelerazione in una marea di processi proprio perché se parte quest’opera è tutta l’area geografica del Nord Ovest in Italia che diventa qualcosa di completamente diverso.
Quindi ridurla alla sola banchina di Spinelli…Parlo d’interessi geopolitici, perché leggendo le 9000 pagine, ci sono cose interessanti. Parlano i più grandi al mondo, non parlano solo quelli del rione portuale. Parlano persone che hanno visioni, che vanno dalla Cina fino agli Stati Uniti. Io spero che queste cose qua vengano tenute in considerazione.
Una cosa come questa bisognava bloccarla subito nel 2021, appena si era manifestato il presunto reato.
Da viceministro non ci sto capendo nulla della portata che potrebbe avere anche su altri scali, non solo su Genova, perché gli equilibri di Genova condizionano altri scali come Livorno, Trieste, Napoli, quindi non so, lo saprò solo alla fine dell’indagine.
Al netto della vicenda di Toti, dei politici locali, di chi è implicato, io stesso mi sono incontrato con Aldo Spinelli, la cosa che preoccupa è una cosa limitata qua, o no?
Non vedo un tema di grandi tangenti, vedo un tema di grandi pressioni.
Io tratto questi argomenti, conosco la mia città Genova, il problema vero è capire se la portata è genovese e basta o no. Questa è la mia suggestione, non sono un inquirente. Io incontro persone e parlo di Genova, Miami, Singapore e la cosa mi lascia così…”.