“La disinvoltura con cui il governatore ligure Giovanni Toti, secondo quanto emerso oggi dalle carte del nuovo filone d’indagine nell’ambito della maxi inchiesta della Procura di Genova per corruzione, dichiara di avere aumentato e quindi falsato i dati durante la pandemia Covid-19 per avere più vaccini, in un momento di totale emergenza per tutto il Paese, è vergognosa e inaudita”.
Lo ha dichiarato oggi il capogruppo regionale del Pd Luca Garibaldi.
“È la dimostrazione plastica – ha aggiunto Garibaldi – dell’arroganza e spregiudicatezza con cui in questi anni Toti e la sua giunta hanno governato la Regione Liguria e come avrebbero voluto continuare a governarla.
Da tempo denunciamo il grande flop nella gestione della sanità ligure da parte di questo centrodestra, deciso ad avvantaggiare il privato a scapito del pubblico.
Solo negli ultimi 3 anni, prima con il Piano Restart e poi con le azioni del 2024 per il recupero delle liste d’attesa, sono stati 100 i milioni di euro destinati all’acquisto di prestazioni da parte di erogatori privati accreditati. A volte con modalità assurde che avevamo denunciato in aula, come i 7,5 milioni di euro per la cardiochirurgia privata, anche in assenza di liste d’attesa, o il rinnovo automatico degli accordi con i privati, senza alcuna programmazione.
Che l’indagine ora abbia colpito la gestione della pandemia da coronavirus non ci stupisce. Nel 2021 come opposizioni avevamo anche chiesto un consiglio straordinario proprio per affrontare l’argomento.
Che Toti e la Giunta abbiano ‘fatto la cresta’ sul numero dei vaccini, falsificando i dati, è un’indecenza che si aggiunge a un modo di amministrare desolante, dove l’interesse del privato vince su quello del cittadino, per una spartizione del potere. Una condizione inammissibile a cui bisogna porre rimedio al più presto con nuove elezioni che diano ai liguri la possibilità di cambiare pagina.
Siamo di fronte a uno scenario desolante, e nei prossimi giorni penso si aggiungeranno, probabilmente, altri elementi. Ma il tema non è tanto la dimensione dell’inchiesta, i contenuti, le responsabilità. Su quello si esprimeranno i magistrati.
Il punto è il giudizio politico che emerge della destra ligure, di Toti e del suo ‘mortaio magico’. Il giudizio è senza appello: arroganza, spregiudicatezza, il potere per il potere, con l’immagine di una istituzione à la carte, in cui in una stanza soggetti si spartiscono pezzi di regione, in vendita, per sostenere i percorsi elettorali di Toti, con la compiacenza del resto del centrodestra, a partire dal Sindaco di Genova Bucci.
Il ‘modello Genova’, fatto di deroghe, logica emergenziale, cancellazione degli spazi di dibattito pubblico e di confronto, di retorica del ‘fare’ è imploso. E suonano ipocrite le prese di distanza di Edoardo Rixi (Lega), Matteo Rosso (FdI), del sindaco Marco Bucci e degli altri attori del centrodestra locale, che quel sistema hanno sostenuto e di cui sono politicamente, assieme a Toti, i principali referenti”.