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Cozzani si avvale facoltà di non rispondere, ma al gip nega ogni addebito

Revocato obbligo di dimora all'ex capo gabinetto della Regione Liguria
Giovanni Toti e Matteo Cozzani (foto di repertorio fb)

Stamane è durato poco meno di mezz’ora l’interrogatorio di garanzia di Matteo Cozzani, ex sindaco di Portovenere e attuale capo di gabinetto di Giovanni Toti, da martedì scorso agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione e turbata libertà degli incanti, con l’aggravante mafiosa, nell’ambito della maxi inchiesta che ha scosso la Regione Liguria.

Cozzani si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee di fronte al gip Mario De Bellis sostanzialmente negando ogni addebito.

Si è presentato poco prima delle 9 presso il Palazzo di giustizia della Spezia accompagnato dall’avvocato Massimo Ceresa Gastaldo.

“E’ sereno e tranquillo – ha spiegato il legale difensore – di potere chiarire tutti gli addebiti, che contesta, pur vivendo una situazione non semplice. Al momento non è ancora in grado di rispondere nel merito. Ha fatto presente che le esigenze cautelari, dal nostro punto di vista, non sussistono perché non ricopre da anni la carica di sindaco di Porto Venere e anche perché, in ragione del clamore mediatico della vicenda, non ricoprirà più il ruolo di capo di gabinetto”.

Poco prima il fratello di Matteo Cozzani, l’imprenditore spezzino Filippo Cozzani, anche lui indagato nell’ambito della maxi inchiesta, si è a sua volta presentato davanti ai giudici insieme al suo avvocato Luca Bicci.