C’è anche un’altra inchiesta che vede coinvolto Aldo Spinelli, ma in veste di rappresentante legale della Spinelli srl.
L’imprenditore portuale, da martedì scorso agli arresti domiciliari (a 84 anni e nonostante abbia risposto alle domande della gip) nell’ambito della maxi inchiesta per corruzione che ha coinvolto anche il governatore ligure Giovanni Toti (ai domiciliari) e l’ex presidente dell’Autorità portuale e attuale presidente (sospeso) di Iren Paolo Emilio Signorini (in carcere), risulta coinvolto in un’indagine per un presunto traffico di rifiuti speciali verso la Turchia.
I fatti sono del gennaio 2020, più o meno come quelli della maxi inchiesta che ha coinvolto Toti e Signorini che risalgono al 2020-21.
Per domani è prevista l’udienza preliminare: il giudice ne ha disposto la traduzione, ma Spinelli probabilmente rinuncerà.
L’inchiesta, coordinata dai sostituti della Dda genovese Federico Manotti e Andrea Ranalli, riguarda il presunto traffico di rifiuti speciali non pericolosi da Cuneo e provincia fino al Porto di Genova da dove, secondo la pubblica accusa, avrebbero dovuto raggiungere la Turchia.
Sarebbero state trecentocinquanta tonnellate mosse in container in sedici viaggi.
Gli inquirenti avrebbero scoperto che dai moduli di accompagnamento le sostanze trasportate risultavano essere ritagli di materia plastica, più semplici da gestire e smaltire ma, soprattutto, meno cari da trattare.
Dietro il presunto traffico ci sarebbero quattro società e otto persone. Tra le società coinvolte la Spinelli srl, che con i sedici trasferimenti di container fino allo scalo genovese avrebbe violato le prescrizione in materia di trasporto di rifiuti.
Le accuse, a vario titolo, sono di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, falsità ideologica in atto pubblico con l’aggravante ambientale, trasporto di rifiuti in violazione di prescrizioni e due illeciti amministrativi.
