Quando fai politica e finisci sotto la lente d’ingrandimento dei pm può capitarti di tutto, anche di finire agli arresti. Nel caso di Toti ai domiciliari.
E una volta che ci sei potrai anche essere l’uomo più innocente del mondo, ma per la revoca o la sostituzione della misura cautelare, durante la fase dell’indagine, ti tocca prima il giudice per le indagini preliminari (lo stesso che ha emesso l’ordinanza di arresto) e poi la Sezione per il Riesame del Tribunale. E ancora, se ti va male, il ricorso alla Corte di Cassazione.
I tempi alla fine possono allungarsi non di giorni, ma di mesi.
Pertanto, è difficile prevedere che la misura cautelare per Toti venga revocata prima delle imminenti elezioni europee e amministrative, in programma sabato 8 e domenica 9 giugno.
Tuttavia, il problema è quanto possa resistere da presidente sospeso della Regione Liguria. Giuridicamente fino alle prossime elezioni regionali, ma politicamente?
I magistrati genovesi hanno messo Toti in un vicolo cieco: si dimette, si arrende e riacquista la libertà, ma perde la guida della Regione Liguria; non si dimette, non si arrende e resta ai domiciliari e comunque non può guidare la Regione Liguria (salvo che scelga di aspettare i tempi per il Riesame o la Cassazione).
In ogni caso, sembra non esserci via d’uscita, almeno prima delle elezioni europee e amministrative.
Ma attenzione. I pm e la “Scignorìnn-a” che lo ha messo ai domiciliari stanno giocando col fuoco perché se i giudici del Riesame o i colleghi romani della Cassazione dovessero revocare gli arresti, questa enorme bolla politico-giudiziaria si sgonfierebbe e Toti potrebbe persino tornare in partita da vittima del sistema giudiziario.
Un sistema giudiziario che da decenni consente uno strapotere della magistratura, incontrastato dalla politica perfino oggi. Infatti, nonostante le promesse e gli auspici, il Governo Meloni, con l’ex pm e attuale ministro della Giustizia Carlo Nordio, non ha ancora concluso nulla in concreto per la riforma tanto attesa e richiesta dalla maggioranza degli italiani che ha votato il centrodestra anche per questo.
Insomma, per il governatore ligure c’è tempo per parlare di dimissioni. Prof. Paolo Becchi
Toti vuole parlare, ma ai domiciliari altre due settimane: interrogatorio da 27 maggio
Toti: voglio parlare, sono a disposizione dei pm. Nessuna memoria da depositare