Una sorta di perturbazione in senso figurato quella che sta vivendo la gloriosa e storica Società Nazionale di Salvamento, con sede sotto la Lanterna di Genova.
Nel passato la società ha goduto della gestione oculata, del suo capitano, il professor Giuseppe Marino, che purtroppo è mancato nel marzo 2021.
Un grande vuoto il suo, che appare palpabile, a detta di molti soci e non solo, nell’ambito dell’attività della Salvamento.
Soprattutto, sostengono tanti di loro, c’è profonda delusione, stante che si tratta del più antico tra i tre Enti riconosciuti a salvaguardia della sicurezza della balneazione con al suo attivo 150 anni di storia.
Sconforto e irritazione che hanno portato i soci a rivolgersi alla Magistratura e a richieder l’intervento della Capitaneria di Porto, riguardo gestione della Società di Salvamento negli ultimi due anni.
I soci avevano chiesto elezioni immediate, che però sono state indette soltanto dopo “un anno e mezzo” dalla scomparsa dell’allora presidente Marino.
E le cui modalità sono proprio l’oggetto di contestazione da parte dei soci, che hanno invocato l’intervento di un Commissario “ad acta” per l’adozione delle opportune misure, compresa l’indizione di nuove elezioni.
In particolare, viene lamentata la mancanza di democraticità nell’assunzione delle decisioni sociali e quindi ritengono ciò una lesione dei diritti associativi e persino un mancato rispetto di Regolamenti e Statuto.
Contestano, inoltre, il fatto che l’attuale Direttivo abbia revocato diversi incarichi conferiti dalla precedente gestione a storici e onorati professionisti della realtà ligure per attribuirli ad altri, non genovesi, ma prevalentemente con indirizzo nel Sud d’Italia, dove risiede anche l’attuale dirigente, Fortunato Comparone.
I soci si dicono consapevoli che la materia sia oltremodo delicata, trattandosi dell’incolumità pubblica di cui si occupa la Società Nazionale di Salvamento dietro autorizzazione concessa della Capitaneria di porto.
E per questo hanno presentato un esposto a numerose Autorità, comprese il Comando Generale delle Capitanerie di Porto, la Prefettura e la Guardia di Finanza.
Viene inoltre evidenziato come a causa del non funzionamento dei programmi gestionali i corsi dedicati ai bagnini, compresi quelli di aggiornamento non funzionano più. Per tale motivo i bagnini che devono “rinnovare”, non riescono ad espletare tali pratiche con il risultato che non possono andare a lavorare.
In attesa delle risposte da parte di Prefettura e Guardia di Finanza, l’unico riscontro è arrivato dal Comando Generale delle Capitanerie, che però, considerandole problematiche associative, non avrebbe ritenuto di poter intervenire.
Intanto, alcuni soci, assistiti dagli avvocati Monica Campione e Chiara Ramberti, hanno promosso un’azione giudiziaria nei confronti della stessa Società Nazionale di Salvamento, con un’udienza fissata al 22 maggio prossimo presso il Tribunale di Genova, davanti al giudice dottor Daniele Bianchi.