L’ex procuratore della Repubblica di Genova e attuale difensore civico di Regione Liguria Francesco Cozzi, nella sua veste di Garante per il diritto alla salute, in una lettera inviata ad Anci nei giorni scorsi ha sollecitato i Comuni liguri ad adottare il Piano per regolamentare l’installazione di impianti di telefonia mobile sul proprio territorio.
Con l’avvento dell’ultima tecnologia 5G, infatti, questi impianti si stanno moltiplicando sul territorio ma solo 13 dei 235 Comuni sono previsti di una regolamentazione che impedisca che aree cosiddette “sensibili”, come scuole, ospedali, parchi, case di riposo, e di pregio ambientale rientrino fra i siti potenzialmente idonei all’installazione delle antenne di telefonia mobile.
A distanza di 25 anni dall’entrata in vigore della legge regionale n.18/1999, dunque, pochissimi Comuni liguri hanno adottato una regolamentazione per escludere l’insediamento delle antenne in siti potenzialmente pericolosi alla salute pubblica.
I dati sono stati forniti dagli uffici della Tutela del Territorio-Direzione Ambiente della Regione Liguria.
Dopo le ripetute segnalazioni giunte da cittadini, che contestano il proliferare delle antenne di telefonia, il Difensore civico nelle settimane scorse ha quindi sollecitato Anci a “compulsare” i Comuni per dare attuazione alla pianificazione delle sorgenti di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici in modo da ridurre l’esposizione dei cittadini alle emissioni e quindi tutelare la salute pubblica.
“In vista – ha aggiunto Cozzi – dell’innalzamento dei limiti elettromagnetici da 6 V/m a un minimo di 15 V/m, inserito in una modifica della Legge statale 214/2013 e entrato in vigore proprio nel maggio scorso, tre mesi fa avevo già interpellato l’assessore regionale all’Ambiente, Arpal e l’Agenzia che gestisce il catasto delle sorgenti elettromagneti che si è resa disponibile a supportare i Comuni per fornire loro il catasto degli impianti per ogni singolo Comune.
Ho pertanto ritenuto di richiedere nuovamente l’intervento di Anci Liguria per sensibilizzare i Comuni liguri per l’adozione del Piano di organizzazione del sistema di teleradiocomunicazioni, nel quale individuare i siti sensibili preclusi alla installazione degli impianti di telefonia.
Arrivano segnalazioni di cittadini e comitati che, da Imperia alla Spezia, lamentano l’installazione di impianti anche di grandi dimensioni e potenza in aree di pregio ambientale e culturale e senza un’adeguata pianificazione e un piano preventivo di sviluppo da parte dei gestori.
Si creano, così, le condizioni per provocare forti preoccupazioni nella popolazione e contenziosi presso il Tar.
Peraltro, fonti di stampa preannunciano la corsa degli operatori per accaparrarsi nuovi spazi o aumentare la potenza degli attuali impianti in dotazione, aumentando le situazioni di conflittualità, a seguito anche della revisione dei limiti di emissione delle esposizioni ai campi elettromagnetici in vigore dal maggio scorso.
E’, dunque, assolutamente necessario l’intervento dei Comuni al fine di pianificare correttamente l’insediamento degli impianti. Ricordo, inoltre, che con il decreto di giunta regionale n. 68/2004 sono stati stabiliti i criteri tecnici e le procedure per l’approvazione dei Piani comunali di organizzazione del sistema di telecomunicazioni”.
Cozzi ha poi spiegato nel dettaglio il Piano di organizzazione, che viene predisposto dai Comuni, in alternativa, con regolamento comunale:
1. individua le aree idonee all’installazione degli impianti, ovvero, quelle non ritenute tali, in funzione delle caratteristiche storiche, architettoniche e paesaggistiche del territorio comunale, rimettendo alla fase progettuale il conseguimento del massimo livello di compatibilità e di armonizzazione con lo specifico contesto urbano e extraurbano (mediante opportuno studio della forma, dimensione, materiali, colore e collocazione specifica dell’installazione per minimizzarne l’intrusione visiva);
2. definisce, ove ritenuto necessario al fine di garantire il corretto inserimento degli impianti, la pertinente disciplina per perseguire gli obiettivi di cui al punto 1;
3. può fare divieto di installazione degli impianti in corrispondenza di siti sensibili (scuole, parchi, ospedali, case di riposo ecc.).