Pratica di mare 2002. Silvio Berlusconi aveva capito che la Russia, con la sua diversità, poteva far parte dell‘Occidente. L‘Unione sovietica era finita ed era cominciata l‘era di Vladimir Putin.
Il Cavaliere aveva ben compreso che la Russia poteva essere amica. E lui è rimasto fedele a questa amicizia sino alla morte.
In tempi di “cecità” come i nostri, Berlusconi resta l’uomo delle grandi visioni. Fino alla fine. Tanto che la gente lo continua a votare anche se è morto. Succede solo ai grandi leader.
Quello che oggi manca nella politica sono proprio queste: le visioni. Tutti dietro al successo momentaneo, alla lotta per la sopravvivenza, ma la vita politica è un‘altra cosa.
Oggi ci si accontenta delle preferenze di un Generale che strizza l’occhio al fascismo o di una giovane comunista sotto processo con l’accusa di avere malmenato un estremista di destra.
Ma ripeto, la vita politica è un‘altra cosa, forse oggi è proprio questa vitalità che è venuta meno.
La seconda cosa che voglio ricordare è il colpo di stato con cui nel 2011 fu fatto cadere l’ultimo governo Berlusconi.
Lo scrissi in un libretto che fu censurato da stampa e televisioni, ma a Berlusconi non sfuggì e lo citò persino pubblicamente anche in un’intervista su La7: Colpo di Stato permanente. Prof. Paolo Becchi