Resistenza, resistenza, resistenza. Giovanni Toti si è dichiarato innocente, non si è dimesso dall’incarico di governatore di Regione Liguria e oggi la gip Paola Faggioni ha rigettato l’istanza di revoca degli arresti domiciliari, presentata dal legale difensore Stefano Savi lunedì scorso, all’indomani delle elezioni europee e amministrative.
La gip ha respinto anche un’eventuale rimodulazione della misura cautelare, accogliendo il parere negativo dei pm genovesi.
Il caso politico-giudiziario, che ha visto anche la convocazione del procuratore della Repubblica di Genova Nicola Piacente in commissione Antimafia (audizione che secondo il presidente dei senatori di FI Maurizio Gasparri non ha convinto), diventa così uno scontro istituzionale fra potere della magistratura e potere amministrativo degli eletti dal popolo.
Il governatore ligure è stato arrestato per corruzione elettorale martedì 7 maggio e quindi resterà ai domiciliari nella residenza di famiglia Ameglia, in provincia della Spezia.
Almeno fino a quando l’avvocato Savi non presenterà ricorso e si esprimeranno i giudici del Tribunale del Riesame.
Se anche loro esprimeranno parere negativo alla richiesta di revoca degli arresti domiciliari, non resterà altro che presentare un ulteriore ricorso alla Suprema Corte di Cassazione.
La Procura ha espresso pare contrario per l’asserito pericolo di un “possibile inquinamento delle prove” nonostante già 4 anni di indagine e l’ascolto di diversi testimoni e di una “possibile reiterazione del reato” nonostante le elezioni si siano già tenute appunto sabato e domenica scorsi e le prossime consultazioni, in Liguria, sono previste per l’autunno 2025.
Caso Toti e la mamma di sinistra della gip, Anm ligure attacca Libero